Le
immagini che si trovano in Rete sono liberamente utilizzabili, poiche'
sono disponibili pubblicamente.
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Falso.
E' una leggenda metropolitana.
Cio' che si trova in Rete non e' liberamente riutilizzabile, a
meno che l'autore stesso non abbia espressamente indicato che desidera e
permette che cio' avvenga, alle condizioni da lui specificate (e fatti
salvi alcuni casi eccezionalmente circoscritti di immagini destinate
all'insegnamento).
Sono liberamente riutilizzabili solo quelle opere il cui autore abbia
espressamente indicato questa possibilita'.
In nessuna legislazione mondiale il riutilizzo delle opere e' reso
lecito a fronte della semplice pubblicazione in Rete; trovi una raccolta
di molta legislazione internazionale sul diritto d'autore a questo
nostro link:
http://www.tauvisual.com/copyrightlaws/leggi.htm
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Le
immagini che si trovano su Google sono utilizzabili, perche'
liberamente accessibili a livello planetario.
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Falso.
Vedi risposta al primo punto.
Innanzitutto, "Google" non e' ne' un luogo, ne' un recipiente
di contenuti, ma solo il tramite tecnico a cui si accede a contenuti di
terzi.
La ricerca di immagini tramite Google puo' essere fatta filtrando in
origine i risultati sulla base dell'esistenza - o meno - di una licenza
"Creative Commons" (o altre simili) che permetta l'uso a
specifiche condizioni (fra le quali, comunque, e' sempre compresa la
menzione del nome dell'autore).
La pagina nella quale Google stesso spiega la cosa e' questa:
https://support.google.com/websearch/answer/29508?p=ws_images_usagerights&hl=it&rd=1
Da qui, invece, e' possibile effettuare la ricerca avanzata con
filtro sulla licenza d'uso:
http://www.google.com/advanced_image_search
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La
nostra Legge sul diritto d'autore (legge 633/41 e successive modifiche)
permette l'uso delle immagini se queste sono state pubblicate anonime.
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Falso. O, meglio:
mistificato.
Innanzitutto, la legge italiana sul diritto d'autore parla di
utilizzabilita' delle fotografie i cui esemplari siano stati diffusi
"anonimi", ma solo fintanto che l'autore non si sia rivelato:
e viene sempre riconosciuta all'autore questa possibilita'.
Ma soprattutto, la legge ipotizza l'anonimato quando gli
"esemplari" della fotografia diffusi dall'autore non riportino
gli estremi dell'autore stesso; ma "esemplare" e' un termine
che si riferisce alla copia fisica, cioe' alla stampa materiale che
l'autore mette in circolazione.
Le duplicazioni in Rete NON sono "esemplari" dell'opera (come
lo sarebbero delle stampe), e l'autore ha sempre modo di dimostrare che
- in origine - lui ha posto in circolazione "esemplari"
accompagnate dal suo nome, ma che ne sono stati privati da successive,
volontarie azioni di omissione (come scorporare l'immagine dal contesto
che le attribuiva correttamente o - ancora peggio - cancellare i
riferimenti contenuti nell'immagine).
Le immagini non vengono mai condivise, in origine, senza un riferimento
al loro autore. Se un'immagine non viene riferita ad un autore, nella
pressocche' totalita' dei casi e' perche' - in malafede - e' stato in
precedenza reso indisponibile il dato che l'autore aveva accluso.
Divulgativamente, vedi: https://www.youtube.com/watch?v=cStIePe9HQY
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Esistono
immagini fotografiche liberamente utilizzabili, a patto che si citi il
nome del loro autore.
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Vero.
L'autore delle immagini e' pienamente libero, se lo desidera, di
concedere l'utilizzabilita' delle sue fotografie.
L'autore potrebbe avere interesse a farlo (attenzione, "potrebbe":
si tratta di una sua eventuale scelta, e non di un automatismo)
unicamente se le immagini fossero abbinate ai suoi riferimenti.
Nella normalita' dei casi, un fotografo professionista NON ha interesse
a fare "girare" le sue fotografie, poiche' fonda il suo
sostentamento sui compensi per la realizzazione e diffusione delle sue
immagini.
Ad ogni buon conto, l'Autore che desidera rendere utilizzabili le sue
fotografie, per farlo indica esplicitamente questa facolta', solitamente
ricorrendo ad una licenza Creative Commons (vedi il sito globale https://creativecommons.org/
e, per lo specifico delle immagini, in italiano: http://www.creativecommons.it/Immagini
).
Le immagini pubblicate con questa esplicita concessione di
utilizzabilita' sono riutilizzabili, a patto che si menzioni il
nome dell'autore (e che si osservino altre eventuali
condizioni poste per il loro uso; ad esempio, puo' essere richiesto che
vengano utilizzate senza alterarle, che non vengano usate per scopi
commerciali, che vengano condivise con le stesse modalita', eccetera).
Se l'immagine riporta l'indicazione di una licenza CC o similare, e'
utilizzabile.
TUTTE le altre immagini, non accompagnate da una licenza che le
renda esplicitamente utilizzabili, sono da considerarsi - di
default - come protette da diritto d'autore.
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Al
fotografo professionista faccio un favore, se riutilizzo le sue immagini,
perche' faccio "girare" il suo lavoro
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Falso.
Posso avere piacere nell'offrire la cena ai miei amici, o al mio
partner, perche' voglio con loro condividere il mio tempo e il mio cibo;
ma questo non significa che abbia piacere di trovarmi la casa invasa di
persone che, non invitate e di loro spontanea volonta', decidono di
mangiare quello che c'e' nel mio frigo, o - di loro iniziativa - di
farsi pagare da me il conto al ristorante.
Fuori di metafora: al fotografo professionista puo' in alcuni casi fare
piacere condividere alcune immagini (quelle che lui sceglie)
attraverso specifici canali (quelli che lui sceglie) o per
interlocutori particolari (che lui individua fra i suoi possibili
clienti). Ma a nessun fotografo si fa un favore se si prelevano sue
immagini e li si riutilizza senza il suo consenso. Mai.
Non e' un favore, non e' un "omaggio": e' un segno di non
considerazione e disprezzo del valore del suo lavoro.
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Esiste
modo di tracciare le copie indebite di un'immagine diffusa in rete.
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Vero.
Esistono due strade:
a) Watermarking invisibile
Attraverso la marchiatura invisibile di ogni singola immagine,
prima che venga pubblicata. Questa tecnica (e non i loghi
semi-trasparenti) e' il vero "watermark", cioe' di marchio
invisibile. Ne sono un esempio Digimarc
(il cui lettore e' presente di default nei filtri di Photoshop), come
anche soluzioni come SignMyImage,
Vericuff, eccetera.
Viene inserito un codice univoco che identifica l'autore (una sorta di
"targa") in ciascuna sua immagine. Per tramite di questo
codice tracciante - uguale in tutte le immagini dell'autore - si risale
agli usi in rete, permettendo di individuare quelli indebiti.
b) Fingerprint
La seconda strada, che sta assolutamente prendendo maggiormente
piede, è quella sfruttata dalle applicazioni che permettono la ricerca
delle immagini creando, per ciascuna immagine, un
"fingerprint", cioe' un'impronta caratteristica delle
immagini. Quindi, ciascuna immagine ha un suo "codice"
tracciante, che permette di trovare le immagini simili in Rete.
Si tratta di algoritmi di "reverse research" che stanno alla
base di Google Images (ben noto
a tutti), ma anche di Tineye (i
primi ad avere divulgato il sistema, ancor prima di Google;
Tineye e' tutt'ora molto
efficiente per le immagini tratte da agenzie stock di immagini), o i
servizi anche a pagamento di http://www.picscout.com/,
www.plaghunter.com/en/, http://www.imageraider.com/
e altri.
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I
fotografi professionisti Soci di TAU Visual possono essere aiutati dalla
Sede dell'Associazione nel contestare gli utilizzi indebiti delle loro
immagini |
Vero.
Vedi a: http://www.fotografi.org/pubblicazione_illecita.htm
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