FOTO DI CERIMONIA E PROFESSIONALITA'

Se la fotografia di cerimonia e di matrimonio vive un periodo di non eccellente salute e' certamente importante occuparsi dei sintomi di questa "malattia", ma molto piu' produttivo sarebbe conoscere ed individuare quali siano le cause che provocano tali sintomi, perche' conoscere la genesi di un problema offre la possibilita' di combatterlo con piu' efficacia.

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Proposte concrete per la vera riqualificazione dell'immagine pubblica del professionista di foto di cerimonia.

Fra i sintomi peggiori del settore abbiamo: 
a) abusivismo

b) guerra dei prezzi

c)
ma soprattutto: appiattimento della qualita'.

Non c'e' professionista la cui attivita' non soffra per almeno uno di questi aspetti. Dietro a ciascuno di questi, sta la constatazione che l'opinione pubblica nel suo complesso ha - del mestiere di fotografo di cerimonia - una considerazione molto bassa. Anche se cerchiamo di consolarci fra di noi del settore con premi, mostre, certificazioni ed attestati, la realta' delle cose e' tristemente evidente. 
Al di fuori della piccola "parrocchia" del nostro ambiente, l'immagine pubblica che si ha del fotografo professionista di matrimonio non e' per niente lusinghiera. Quelle poche centinaia di colleghi professionalmente validi, corretti sul piano umano e vivaci sul fronte creativo non sono bastati, fino ad ora, a contrastare la grigia e indisponente immagine che proiettano verso l'esterno migliaia e migliaia di mestieranti (e non si sta parlando solo degli abusivi). 
Cosi', l'idea che il pubblico, la gente comune, ha del fotografo di cerimonia e' spesso legata allo stereotipo di un personaggio invadente, ignorante, presuntuoso e tendenzialmente ladro sulle tariffe. 
Il resto viene da se': il cliente cerca di "sfuggire" a questa categoria di persone, servendosi di qualcuno che non vi appartenga (ed ecco l'abusivismo), cerca di contenere il danno servendosi almeno di chi costa meno (ed ecco la guerra dei prezzi), di fatto accontentandosi di immagini di basso spessore creativo (con l'ovvio conseguente appiattimento della qualita').

Questo stato di cose continua ad alimentarsi, e nessuno, se non gli stessi fotografi, puņ porre un freno a questo stato di cose. 
In sostanza, fino a che il vasto pubblico, e cioe' la gente comune, percepira' questa professione come un mestiere esercitato da uno stuolo di personaggi di scarso valore, l'atteggiamento nei confronti del fotografo e della fotografia di matrimonio sara' sempre di scarsa considerazione: quindi, nella mentalita' del pubblico, ben venga l'abusivo o l'amico (piu' economico e creativo), ben vengano i prezzi rosicchiati all'osso, e via libera alla produzione di foto ed album misurata "un tanto al chilo", anziche' sulla qualita'.

Quindi, tocca a noi. 

>>> CURARE LA CAUSA, NON GLI EFFETTI 

Il compito - certamente impegnativo - e' quello di risollevare l'immagine pubblica dei fotografi di cerimonia. Se, giustamente, desideriamo maggiore stima e valutazione del lavoro svolto, occorre che la "gente comune" abbia dei motivi per rispettarci. 
Questi motivi non verranno dal dotarci di un'etichetta; il fatto, ad esempio, che i medici e gli avvocati siano categorie nel complesso piu' rispettate non sta nell'esistenza di un loro albo, ma assolutamente e' dovuta al fatto che - mediamente e nel loro complesso - le persone che esercitano quel lavoro sono professionisti che quel rispetto lo suscitano. 
Se i fotografi di matrimonio avessero ora un albo, questo non sposterebbe di un centimetro la scarsa considerazione media dell'opinione pubblica, perche' sono numericamente assolutamente preponderanti i colleghi di fatto scarsamente rispettabili, albo o non albo.

Parliamoci con schiettezza, in maniera che chi ha le capacita' per capire, colga lo spirito di questa iniziativa.

Abbiamo assolutamente bisogno che quelle poche centinaia di professionisti validi si adoperino per sanare, nell'opinione del vasto pubblico, la marea di grigiore e di scarsa rispettabilita' generata dalle migliaia di operatori di basso livello. 
Non si tratta di "chiudere" ai colleghi meno dotati; anzi: il risanare l'immagine pubblica del fotografo di cerimonia avra' un indotto positivo su tutti, compresi i colleghi di minor capacita'. 
Se la "gente comune" iniziera' ad aspettarsi maggior creativita', cortesia, rispetto e intelligenza (oltre che miglior qualita' e professionalita'), tutta la categoria nel complesso sara' portata a migliorarsi per adeguarsi a questa "crescita". 

>>> GUERRA DEI PREZZI NELLA FOTO DI CERIMONIA 

Tutti in piedi per vedere meglio 

Il meccanismo e' ben noto a tutti. Quando un concorrente abbassa il prezzo del servizio cerimoniale di qualche centinaia di euro, ottiene di avere da subito qualche cliente in piu'. Subito, qualcuno lo imita. Dopo poco, praticamente tutti abbassano i prezzi.

Questo comportamento di massa e' eccezionalmente simile a quello di chi, in una platea di spettatori ad un concerto in piazza, si alza in piedi, per vedere meglio quello che succede sul palco. Cosi' facendo, ostruisce la visuale alle persone che gli stanno dietro, le quali si alzano a loro volta per tornare a vedere; in pochi secondi, con un effetto a cascata, tutta la platea imita i primi. Risultato: tutti vedono esattamente come prima, ma stando tutti in piedi, tutti piu' scomodi di prima.

Anche se ogni singolo fotografo - preso da solo - sa che non dovrebbe cedere sul prezzo perche' e' una strategia sbagliata, il comportamento della massa segue regole diverse da quelli del singolo, e la "massa" si comporta in maniera incredibilmente stupida. 
Ovviamente, quasi nessuno e' disposto a perdere sulla propria pelle, quando si rende conto che il suo comportamento, isolato, non provoca nessun altro effetto che il proprio danno. 
Se due o tre persone restassero sedute in una platea di gente in piedi, la situazione di tutti non migliorerebbe, ed in piu' chi restasse ordinatamente seduto non vedrebbe effettivamente nulla.

Per restare alla nostra metafora, la soluzione non puņ essere ne' quella di alzarsi in piedi (cioe' accettare la guerra al ribasso dei prezzi), ne' quella di contare sulla buona volonta' di qualcuno che dia il buon esempio restando seduto (cioe' aspettarsi che qualche singolo caso di resistenza produca effetti visibili). 

>>> Proposte concrete 

Le vie di uscita sono due: una - immediata - percorribile personalmente solo dai colleghi professionisti che abbiano oggettivamente delle qualita' creative e tecniche superiori alla media. L'altra via, con un effetto a medio-lungo termine, per aiutare il settore nel suo complesso, e per la quale ci impegniamo noi, come Associazione, ad un intervento diretto e concreto. 
La prima via di uscita nel nostro paragone potrebbe essere l'equivalente di... andarsene dalla platea, e occupare un posto in un palco di prestigio, piu' in alto. 
Sul piano professionale, una possibile risposta sensata alla spirale del ribasso dei prezzi e' quella di non ribassare il proprio prezzo, ne' di lasciarlo inalterato, ma - al contrario - di aumentare visibilmente le proprie tariffe, anziche' stare al gioco del ribasso. 
Questa provocazione produce l'effetto di uscire dalla competizione, cambiando genere di clientela. E' evidente che a prezzi piu' alti della media deve corrispondere una qualita' percettibilmente superiore alla media, e che quindi questa strada ha un senso SOLO per i fotografi di cerimonia oggettivamente piu' validi e dotati sul piano professionale e su quello umano. e' altrettanto evidente che distaccandosi dalla massa, si perde un certo numero di potenziali clienti: il contatto con chi vuole spendere poco e' automaticamente sfumato. Tuttavia, l'eccellenza nei prodotti e nei servizi resta comunque la scelta di un certo numero di persone che, per loro stesse ed i loro cari, vuole il meglio. Questa strategia, adottata da un fotografo che abbia reali capacita' superiori alla media, permette di ridurre il numero di cerimonie, aumentando al contempo gli utili. 

Segnalateci i casi di concorrenza sleale sui prezzi. 

L'altra via di uscita - necessaria per il settore nel suo complesso, ma che richiede molto piu' tempo - e' quella di aumentare il livello di educazione della platea: fare si' che un numero sempre maggiore di persone vinca l'istinto di alzarsi in piedi, e che tutti gli altri spettatori urlino subito: "seduto!", se qualcuno fa il gesto di alzarsi.

Fuor di metafora, questo effetto puņ essere ottenuto solo grazie ad un intervento esterno. Ed e' per questo motivo che chiediamo a tutti una mano: segnalate in Sede (Associazione Nazionale Fotografi Professionisti - servizio concorrenza - corso di Porta Vittoria, 47 - 20122 Milano) i casi di eccessivo ribasso dei prezzi da parte dei colleghi, indicando l'indirizzo completo del collega che si svende e - possibilmente - accludendo una fotocopia della pubblicita' o del volantino che promuove i prezzi ad eccessivo ribasso: se tali tariffe risulteranno essere oggettivamente sotto mercato, provvederemo ad inviare una o piu' lettere per biasimare quella scelta tariffaria, suggerendo strategie commerciali piu' professionali. 
Siamo in un Paese libero, e non e' possibile imporre nulla ad altri, per cui nessuno potra' costringere i colleghi a comportarsi diversamente. Tuttavia, proprio grazie a questa liberta' e' possibile anche esprimere il proprio parere, ed e' proprio quello che faremo quando - come Associazione - esprimeremo il nostro parere negativo nei confronti di chi si svende. e' un tipo di pressione psicologica che puņ servire a far sentire "ai margini" quei colleghi che - svendendosi - cercano il loro piccolo (e discutibile) utile a danno della serenita' di tutti gli altri.

Con la segnalazione di concorrenti che si svendono a prezzi bassi, ci fara' piacere se vorrete - non obbligatoriamente - accludere anche una breve presentazione del vostro studio, con qualche esempio delle vostre immagini e di come, con la vostra pubblicita', cerchiate di puntare sull'aspetto della qualita'.

Alla base: risparmio e immagine 

Prima di concludere, torniamo ad accentrare l'attenzione sul reale problema di fondo: e' innanzitutto la scarsa immagine di professionalita' della categoria nel complesso, ad avere innescato la spirale negativa di questo periodo.

Diciamocelo: tutti desideriamo risparmiare. Chiunque di noi cerca di trovare il fornitore che gli faccia spendere di meno, a parita' di qualita'. 
Perche' mai gli sposi dovrebbero comportarsi diversamente? 
Se gli sposi trovano un collega - ma anche un abusivo - che gli offre un lavoro accettabile a poco prezzo, perche' dovrebbero spendere di piu'?

Se io sono alla ricerca di una gazzosa, cercherņ chi mi vende la bottiglia di Sprite al minor prezzo, e basta. Reputero' "ladro" chi cerca di vendermi la stessa bottiglia a cinquanta centesimi in piu' del concorrente. Ma se sono alla ricerca dello champagne - perche' per quella occasione voglio il meglio - sarņ disposto a considerare tutta un'altra categoria di costi, e a spendere decine di euro per una bottiglia.

Un pubblico convinto che il fotografo professionista non abbia qualita', ovviamente e' portato a valutare con attenzione le prestazioni dell'abusivo e dell'amico, magari gia' dimostratosi "creativo" nelle foto di famiglia o delle vacanze.

Ancora: un pubblico convinto dello scarso spessore culturale del fotografo professionista in genere, non si capacita l'applicazione di prezzi a suo modo di vedere elevati, ed immagina che il fotografo lo stia imbrogliando applicando una "cresta" spaventosa al costo delle stampe. 
Questa convinzione, ancora una volta, fa rivalutare la prestazione dell'abusivo, ai suoi occhi piu' "onesto" del professionista. Infine, se il "professionista" nell'opinione pubblica, non ha particolari doti creative, allora non e' certo il personaggio cui affidarsi per un reportage gioioso.

Purtroppo, non e' solo l'abusivismo ad avere generato questo "scadimento" dell'opinione sui fotografi, quanto la pigrizia, la banalita' e l'insipienza di molti colleghi professionisti, "seduti" sulle loro posizioni.

Ecco la richiesta, dunque: chi ne ha la capacita' ed il desiderio, ci aiuti in questo ambizioso impegno: innalzare l'immagine pubblica del fotografo di cerimonia.

>>> ABUSIVI: I DATI DI FATTO 

Finche' giravano abbastanza soldi, tutto andava bene per tutti, e gli abusivi venivano tollerati o da molti utilizzati come "scattini": lavoro in nero per permettersi di gestire servizi a loro volta non fatturati. Adesso, che di soldi non ne girano piu' molti, la torta da spartire e' diventata troppo piccola ed urge ridurre il numero di persone che ne mangia. Il vero nocciolo del problema, a nostro avviso, sta nel fatto che risulta poco utile limitarsi a controllare la regolarita' formale dei concorrenti (iscrizioni ed eventuali autorizzazioni) mentre e' indispensabile aiutarsi a vicenda a superare la mentalita' della concorrenza sleale, a partire dai piu' apertamente scorretti - gli abusivi - fino alle scorrettezze piu' subdole. Il fotografo "in regola" con tutte le tessere, iscrizioni ed attestati puņ essere un concorrente sleale esattamente come l'abusivo, nel momento in cui - poi - cerca una posizione di privilegio per fregare chi si muove correttamente.

Solitamente, ogni nuova ed ulteriore regola o proibizione genera l'effetto di appesantire il lavoro degli onesti e di lasciare indisturbato chi delle regole non se ne preoccupa proprio.

Piu' che di nuove regole per contrastare gli abusivi forse abbiamo bisogno di aiuti per favorire la correttezza, in un certo senso combattendo l'abusivismo, e non l'abusivo. 

L'europa ci insegna 

Un errore di prospettiva che spesso viene compiuto e' quello di pensare che quando avremo delle regole migliori, automaticamente sara' migliore il settore. Se da un lato e' innegabile che occorrono delle regole piu' chiare delle attuali (ed in questo senso un grande passo avanti verra' fatto con l'approvazione dei disegni di legge reperibili qui) dall'altro dobbiamo prendere atto che le leggi vengono poi applicate in Italia, da un popolo di italiani. Guardiamoci negli occhi: anche da noi e' proibito per legge buttare rifiuti sul suolo pubblico; tuttavia, in Svizzera, Germania, Francia, Austria e cosi' via, le strade sono pulite, mentre le nostre sono dei cimiciai. 
Abbiamo dunque bisogno di una legge che spieghi piu' chiaramente che non si devono buttare le immondizie per terra? No, tempo sprecato. Occorrerebbe far rispettare la legge che gia' c'e' e, soprattutto, occorrono persone piu' civili.

Fuori di metafora: il fatto che i nostri colleghi di altre nazioni abbiano situazioni professionali invidiabili rispetto alla nostra dipende solo in piccolissima parte dalle "leggi". e' un'illusione sperare che la stessa legge che funziona bene per un tedesco abbia lo stesso effetto in Italia.

Cosi', mentre e' assolutamente una cosa buona che si stia arrivando ad una migliore definizione e certificazione della professionalita', non illudiamoci di avere risolto - con questo - il problema di fondo del nostro settore.

L'abusivo, quello vero, conosce la norma e la "glissa". Cosi' - paradossalmente - quanto piu' complicata e la norma, tanto piu' e' avvantaggiato l'abusivo, perche' il professionista serio si trova a dover rispettare adempimenti complessi che l'abusivo non ha sulle sue spalle.

E diciamocele...

Diciamocele, una buona volta, queste cose: rivolgersi alla Guardia di Finanza per denunciare un abusivo, nella maggior parte dei casi finisce col produrre l'effetto di un controllo sui fotografi in regola (hanno una partita IVA, sono facilmente controllabili), mentre l'evasore totale, sconosciuto al fisco, non viene nemmeno preso in considerazione. 
Occorrerebbe che qualcuno lo "beccasse con le mani nel sacco", ma Finanzieri ed altre Forze dell'ordine spesso hanno cose ben piu' importanti da fare. Quando poi - e diciamoci anche questo - a svolgere attivita' abusiva di ripresa fotografica non e' anche direttamente l'ufficiale comunale, o il finanziere, o il carabiniere.

I preti non controllano, spesso, chi e' in realta' il proprietario del tesserino, per lo stesso motivo per cui il fotografo non si occupa del fatto che gli sposi si siano o meno confessati: non e' compito suo, e non gli interessa un gran che. 
Cosi', l'eccellente istituzione del tesserino professionale con le curie, viene spesso assorbita dalla mentalita' "abusiva": il sacerdote agevola i fotografi che gli interessa agevolare (per mille motivazioni, spesso trasparenti, a volte meno), con il risultato di dare una mano a chi - di fatto - ci sta facendo concorrenza sleale.

C'e' davvero da credere che, quando un giorno tutti avremo (finalmente!) un tesserino attestante l'esercizio professionale dell'attivita', il possesso di questo tesserino verra' scrupolosamente controllato dalle forze dell'ordine? 
Davvero non ci saranno gli abusivi che vendono le loro prestazioni a poco e in nero (e tanti le vorranno comprare perche' piu' economiche), cosi' come adesso si vendono sigarette di contrabbando e cassette "tarocche"? 

>>> CONTRASTARE LA "CULTURA" ABUSIVA 

Non vorremmo apparire disfattisti: certamente, lo sosteniamo e lo sottolineiamo, una nuova normativa, piu' chiara e lineare e' assolutamente indispensabile, e il grande sforzo compiuto dalle Associazioni per ottenere un nuovo inquadramento normativo portera' dei notevoli frutti. 
Ma per sostenere questo grande sforzo fatto a monte, occorre che poi i singoli fotografi si diano da fare per migliorare il proprio settore, senza aspettarsi che sia lo "Stato" a risolvere i problemi.

Dobbiamo aiutarci ad essere fieri del nostro lavoro, ad innalzare il livello di collaborazione fra colleghi, ad isolare le persone scorrette (abusivi, ma anche professionisti sleali) nella loro piccineria. E, soprattutto, dobbiamo mantenere elevata la creativita', la qualita' e l'intelligenza del nostro lavoro: diversamente, sarebbe come se Louis Vuitton, Gucci e Valentino iniziassero a produrre borse ed accessori in materiale scadente da vendersi a poco, per tenere testa alla concorrenza ai "vuccumpra'" che sui marciapiedi offrono borse simili alle loro, ma piu' economiche... 

Concretamente, cosa facciamo 

Il vero, importante obiettivo finale e' quello di innalzare l'opinione che il pubblico ha del settore della fotografia di cerimonia. Nel frattempo, per limitare i fastidi dati dall'abusivismo, proponiamo alcune soluzioni concrete:

a) Sulla base delle segnalazione scritta dei professionisti Soci nella cui zona ci siano problemi di abusivi abituali, dalla Sede centrale di TAU Visual si invia, ai nominativi di abusivi segnalatici, una diffida. Si elencano le infrazioni commesse, si indica come mettersi in regola e si ventila che, in assenza di sospensione dell'attivita' abusiva, l'Associazione dovra' provvedere a denunciare il caso alle diverse Autorita' competenti. L'esperienza insegna che questo genere di diffida (senza esporre personalmente i Soci segnalanti che, ovviamente, non vengono menzionati) ottiene circa l'80% di successi. L'abusivo che si vede giungere la diffida da parte della nostra associazione ha la sensazione di lavorare "allo scoperto", e non si sente piu' sicuro della tolleranza o della connivenza di chi gli sta attorno.

E' sufficiente quindi che il nostro socio invii a TAU Visual - servizio anti-abusivismo (corso di Porta Vittoria, 47 - 20122 Milano) su propria carta intestata una richiesta di intervento di diffida nei confronti delle persone che si reputa, sulla base di prove certe, che esercitino l'attivita' in modo abusivo (cioe' in mancanza di iscrizione ad ufficio IVA come attivita' fotografica, versamento dei relativi tributi per il reddito prodotto). La richiesta deve riportare il recapito completo delle persone da diffidare.

TAU Visual provvedera' a diffidare le persone indicate come abusivi nella richiesta, senza ovviamente comunicare ai destinatari della diffida chi ha segnalato la loro irregolarita'. Le segnalazioni saranno quindi coperte da segreto d'ufficio, ma ovviamente non potranno essere accettate segnalazioni anonime.

b) Molto semplicemente, si chiede ai sacerdoti in grado di collaborare di far compilare un questionario agli sposi, su cui vada indicato chi ha eseguito il loro servizio di nozze, per poi raccogliere tali questionari e inviarli agli Uffici Finanziari. Dagli stessi questionari emergono i nominativi degli operatori che, se ricorrenti, vengono diffidati direttamente anche dall' associazione. L'iniziativa e' gia' partita ad opera dei Soci piu' attivi.

Come e' risaputo, questa operazione - in senso inverso - e' gia' frequentemente messa in atto dagli stessi Uffici Finanziari, che chiedono alle coppie di sposi di compilare un questionario con l'indicazione di chi ha fornito loro i servizi.

c) Continuare nella proposta degli accordi con le Curie, tenendo presente che l'interesse del clero e' prevalentemente quello di avere persone che si comportino correttamente ed in maniera rispettosa della celebrazione. Favorire la tenuta di corsi gratuiti da parte dello stesso clero, o a offerta libera, per evitare di trasformare quest'occasione in un business fuor di luogo. 

>>> IL PROGETTO SULL'OPINIONE PUBBLICA 

Per questo abbiamo varato un ambizioso progetto di "remake" dell'opinione pubblica, per ricostruire, nel tempo, una nuova immagine pubblica del fotografo di cerimonia. Abbiamo per questo bisogno dell'aiuto di tutti i professionisti di buona capacita' umana e professionale. 
Siamo per questo aperti a tutte le idee, proposte e contributi, da qualsiasi parte provengano, e che siano mirati NON a operazioni di corporativismo (chiusura della categoria come casta) ma all'apertura mentale necessaria per far si' che il pubblico, la gente comune, si aspetti sempre piu' dal fotografo di cerimonia un personaggio intelligente, vivace, disponibile, creativo, rispettoso e professionale.

Nei mesi successivi, verranno create occasioni di scambio fra professionisti ma - soprattutto - di ricostruzione VERSO IL PUBBLICO dell'immagine del cerimonialista. 

>>> CONTRASTARE CHI AFFOSSA L'IMMAGINE DELLA CATEGORIA 

Un altro passo per il quale chiediamo la collaborazione di tutti e' quella di fare capire al pubblico che i sedicenti professionisti che cercano di imbrogliare gli sposi non rappresentano la normalita' e che, anzi, sono delle "mosche bianche".

Chiediamo quindi di segnalarci per email i casi dei quali veniate a conoscenza in cui gli sposi vengano in qualche modo irretiti da personaggi senza scrupolo che "incastrano" la coppia di sposi con tranelli contrattuali, al limite della truffa.

Un esempio, e' quello dei "colleghi" che offrono servizi a prezzi apparente minimi, ma con contratti nei quali clausole poco chiare di fatto obbligano poi gli sposi ad acquistare un numero di immagini molto elevato, gonfiando il prezzo finale ben oltre le intenzioni degli sposi.

Personaggi di questa risma gettano nel fango l'immagine di tutti coloro che lavorano onestamente e, oltre a guadagnare disonestamente con l'inganno, "rubano" ai colleghi la credibilita' e l'affidabilita' della categoria, a svantaggio di tutti. Aiutateci a ridurre casi come questi, segnalandoli in sede dei contratti in questione. 

ciao!