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Due parole un po'
documentate - anziche' solo istintive - sulla discussione che sta
rimbalzando in Rete sulla presunta Legge che avrebbe dovuto
essere approvata il 9 luglio 2015 e che avrebbe proibito di fotografare gli edifici,
negando il "diritto di panorama" con gran detrimento per i
fotografi.
E' una legge? NO.
Dopo il 9 luglio e' andata in vigore una nuova norma? NO
Cambia qualcosa - a breve - nel nostro modo di lavorare?
NO
Ma davvero qualcuno avrebbe voluto introdurre quei vincoli?
SI
Vuoi sapere come stanno le cose, senza seguire la mandria del
"sentito dire"?
Leggi:
NEL DETTAGLIO
A seguito dell'attivita' di informazione in Rete
dell'europarlamentare Julia Reda, alcuni giornalisti hanno correttamente
riportato la notizia in modo documentato; da queste prime segnalazioni,
pero', e' discesa - a cascata - una pletora di pseudo-notizie costruite
sul "sentito dire", generando non poca confusione in
Rete.
Chiariamo.
NON E' UNA LEGGE
Innanzitutto, non si tratta di una Legge, ma di una Relazione
(diciamo, un atto che riassume una posizione "politica") della
commissione Affari Giuridici, ed a firma di Julia Reda.
Julia Reda e' un'europarlamentare di 28 anni, del "Partito dei
Pirati"; quindi, decisamente progressista in termini di diritto
d'autore.
La Relazione su cui tantissimi hanno rumoreggiato senza sapere di cosa si parla
e' QUESTA
- clicca qui
Dopo la discussione del Parlamento Europeo della sessione del
9 luglio 2015, il testo approvato della Relazione e' diventato QUEST'ALTRO
- clicca qui
Se ti diverte vedere (in
video) o leggere (il testo nelle lingue originali) di tutta la
discussione, la trovi a questo LINK
Al punto 46 dell'intero
testo nella sua PRIMA
stesura (peraltro nel suo insieme molto interessante) c'era la riga
introdotta nella discussione con un emendamento di Jean-Marie Cavada, un
politico francese conservatore di 75 anni; ovviamente, la relatrice
Reda NON e' d'accordo e, anzi, spinge perche' si faccia leva sull'opinione
pubblica (come in effetti sta avvenendo).
La riga incriminata diceva:
46. ritiene che l'utilizzo commerciale di
fotografie, filmati o altre immagini di opere stabilmente situate in
luoghi pubblici fisici dovrebbe sempre essere soggetto a un'autorizzazione
preventiva degli autori o di un soggetto da essi delegato;
La relazione - che torniamo a ripetere NON e' una legge, ma una sorta
di studio ispiratore sul futuro della modernizzazione del copyright - nel
suo insieme contiene ben altre affermazioni.
Leggila tu stesso qui: RELAZIONE
prima stesura - clicca qui - RELAZIONE
APPROVATA - clicca qui
Ad esempio, i punti: 4, 5, 6 e 7 (che
decisamente difendono la posizione degli autori e la protezione con
criteri territoriali); il punto 18 (che condanna l'illegalita' di
distribuzione di contenuti) e 19 (che spinge a rimuovere le incongruenze
legislative); il punto 25 (a protezione degli autori) e via, giu giu', in
una ridda di affermazioni che vanno dal buon senso alla
"raccomandazione" a tener conto... di tutto e di tutti.
Utile, per propria conoscenza, capire anche chi e' la relatrice di tutto
cio' (e cosa scrive a proposito di questo emendamento non desiderato):
https://juliareda.eu/2015/06/who-is-behind-the-attack-on-freedom-of-panorama/
e, anche in italiano, perche' mobilita
l'opinione pubblica:
https://juliareda.eu/2015/06/la-liberta-di-panorama-in-pericolo/
... ma soprattutto chi e' Cavada, il
75enne autore dell'emendamento che ha generato il punto 46 (e dei suoi
timori che si stiano alimentando i monopoli di Facebook,
Instagram, Flickr, di Wikimedia e in genere degli "americani" ai
danni del patrimonio culturale degli europei...)
http://jeanmariecavada.eu/ma-position-sur-le-droit-de-panorama/#more-4908
Se poi vuoi divertirti nel vedere l'emendamento proposto da Cavada (e
tutti gli altri emendamenti del documento), trovi traccia della
discussione qui:
http://parltrack.euwiki.org/dossier/2014/2256%28INI%29 (trovi
gli emendamenti nel flag "Amendments"; e'
l'emendamento n. 421, della serie "Juri")
LA PETIZIONE
Era stata fatta una petizione pubblica contro questo emendamento, che ha
raccolto 555.225 sostenitori
https://www.change.org/p/european-parliament-save-the-freedom-of-photography-savefop-europarl-en
COSA E' SUCCESSO,
PASSATO IL 9 LUGLIO
Il 9 luglio il Parlamento Europeo ha discusso il testo e, dopo le
proteste sollevate (ed in considerazione della natura retrograda e
"pasticciata" dell'emendamento), il punto 46 della vecchia
stesura (quello riportato in rosso piu' sopra) e' stato CANCELLATO.
La raccomandazione indesiderabile - come ipotizzavamo - e' stata quindi
cancellata gia' in fase di discussione.
Ora, la Commissione - usando anche quello studio - puo' avanzare una
proposta di legge al Parlamento Europeo.
Il Parlamento ne fa una prima "lettura", cioe' una discussione;
Il Consiglio puo' approvarla o modificarla e passarla al Parlamento per
una seconda lettura; il Parlamento esamina la richiesta e l'approva o la
modifica; se viene modificata, passa ad una seconda lettura del Consiglio,
per l'approvazione (la maggior parte delle proposte viene approvata a
questo punto, anche se e' possibile una seconda lettura del Consiglio, una
Conciliazione ed una terza lettura del Parlamento e poi del Consiglio).
Quando l'atto e' approvato, se lo e' in forma di Regolamento (ma
e' improbabile che questo atto lo sia) va in vigore in tutti gli Stati; ma
se, come e' molto piu' probabile, fosse emanata una Direttiva,
questa diventa un atto che fissa gli obiettivi che ciascuno Stato Membro
deve raggiungere, legiferando autonomamente. Il che significa un nuovo,
consueto iter parlamentare in Italia, per redigere ed approvare una nuova
Legge.
E, dato che questa Relazione, riguarda l'implementazione della direttiva
del 2001 (!) 2001/29/EC, e' sensato aspettarsi che sfoci - appunto - in
una Direttiva.
CAMBIA QUALCOSA - A
BREVE?
Quindi, contrariamente a quanto e' stato a volte affermato nei
tam-tam in Rete, il 9 luglio non siamo stati travolti da questa
fantomatica norma.
Il nuovo testo approvato (RELAZIONE
APPROVATA
- clicca qui ) non ha traccia di
quell'indicazione; non contiene in verita' nessuna indicazione
sconvolgente, anche se - molto diplomaticamente - sottolinea molti aspetti
di "mediazione" sulle diverse esigenze legate al diritto
d'autore.
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