ATTENZIONE:
PARTECIPA ALL'
INDAGINE MONDIALE SULLE NECESSITA'
DEI FOTOGRAFI NELLA GESTIONE DEI FORMATI RAW
Se sei fotografo professionista: ecco come chiedere l'ammissione all'Associazione
per compilare il questionario e partecipare
all'indagine (in inglese) vai a:
http://openraw.org/survey/
Traduzione del comunicato stampa mondiale:
31 gennaio 2006 - comunicato disponibile per la
diffusione da oggi
Al via indagine sui formati RAW: uno studio internazionale su
esperienze, richieste, preferenze, difficolta' dei fotografi in relazione alla
tecnologia dei formati RAW.
Il giorno 31 gennaio, il gruppo spontaneo OpenRAW lancia un'indagine internazionale dalla rete ( http://openraw.org/survey/ ) per raccogliere quante piu' possibili informazioni a proposito delle esperienze, richieste, preferenze, difficolta' dei fotografi e degli altri soggetti coinvolti nella tecnologia dei formati RAW - sistema che da molti commentatori e' stato paragonato al "negativo digitale" delle immagini.
Aspetti della tecnologia RAW
Man mano che le caratteristiche dei file RAW vengono comprese sempre in maniera
piu' chiara dagli operatori, un numero sempre crescente di fotografi digitali ha
fatto proprio l'uso quotidiano del formato RAW, come il modo migliore per
ottenere la massima qualita' possibile nelle immagini digitali, per loro stessi
e per i loro clienti.
Tuttavia, negli scorsi anni numerosi fotografi, responsabili di archivi, ad
altre figure professionali hanno iniziato a preoccuparsi per la mancanza di un
sistema standard che sia davvero radicato e comune a tutti, nella gestione dei
files RAW.
Posti dinnanzi, al contrario, ad una massiccia proliferazione di formati RAW
"proprietari" - spesso diversi non solo da produttore a produttore, ma
anche in modelli successivi di stesse fotocamere - fotografi professionisti e
fotoamatori evoluti si sono trovati dinnanzi ad ostacoli non da poco nella
lavorazione delle loro immagini, e a significative limitazioni nella scelta
delle soluzioni software.
Questa proliferazione di sistemi RAW proprietari e la consuetudine da parte
dei produttori di fotocamere di mantenere crittografate le informazioni dei
files RAW ha incrementato i timori sulla utilizzabilita' a lungo termine delle
immagini fotografiche archiviate in RAW.
Alcuni produttori di fotocamere che utilizzano formati RAW proprietari hanno
gia' cessato le attivita' nel settore fotografico, con conseguenze imprevedibili
sulla futura utilizzabilita' dei files generati e conservati con il loro formato
RAW.
Molti fotografi sono quindi preoccupati che, una volta dismessa la produzione di
specifici modelli di fotocamere, venga meno l'accessibilita' dei files RAW
prodotti con quest'ultime.
Perche' un'indagine?
Nonostante questi aspetti siano stati discussi molto diffusamente in molti forum
dedicati alla fotografia, sono molto pochi i dati raccolti sistematicamente su
questo tema, e sull'esperienze concrete, le necessita' ed i problemi incontrati
dai fotografi in relazione all'uso a lungo termine dei formati RAW.
Una cosa e' certa: molti fotografi ed archivisti sono convinti che un
discreto numero di produttori di apparecchiature fotografiche stia facendo
scelte importanti e determinanti in relazione alla tecnologia RAW, senza
peraltro tenere in minimo conto i dati e le esigenze di chi compra ed utilizza
concretamente i sistemi per generare e conservare nel tempo questi files.
L'indagine OpenRAW dara' ai fotografi e agli altri operatori l'opportunita' di esprimere la propria opinione, con l'obiettivo di avere voce in capitolo nelle evoluzioni future della tecnologia RAW.
L'indagine prevede la disponibilita' on line - per otto settimane, a partire dal 31 gennaio 2006 - di un questionario specifico (in inglese). La data e' stata scelta in modo da coincidere simbolicamente con il 168mo anniversario di una segnalazione fatta da William Henry Fox Talbot alla Royal Society di London nel 1839, in cui si descriveva un procedimento di "disegno con la luce", basato su un negativo di carta che permetteva di realizzare un numero illimitato di copie...
Si suggerisce a chiunque abbia un interesse nell'uso dei files RAW di visitare il sito di OperRAW, alla pagina specifica http://openraw.org/survey/ , completando il questionario di rilevamento, per la cui compilazione occorrono circa 10-15 minuti (il questionario e' in inglese).
L'organizzazione OpenRAW non ha collegamento con alcuna attivita' o interesse commerciale. La finalita' del questionario, i cui risultati saranno poi liberamente disponibili sul sito di OpenRAW, e' della di dare modo ai fotografi di esprimere le loro necessita', richieste e problemi, cosi' da poterle riportare ai produttori di fotocamere e sviluppatori di software, ed agli altri personaggi che giocano un ruolo chiave nell'industria del digital imaging.
Come accennato, i risultati dell'inchiesta saranno disponibili sul sito di OpenRAW. Si ritiene che le decisioni dei produttori di fotocamere per essere valide debbano tener conto delle necessita' e dei problemi dei fotografi che creano e tramandano la loro visione creativa, per tramite di questo mezzo tecnologico. I risultati verranno diffusi quanto piu' possibile, nella convinzione che questo non possa che far del bene al futuro del nostro mestiere.
Per qualsiasi informazione o maggior dettaglio, visita: http://www.OpenRAW.org
Promotori dell'inchiesta OpenRAW sono: J
uergen Specht, fotografo e fondatore dell'iniziativa OpenRAW - or@openraw.org
Calvin Jones, consulente di rilevamenti statistici - ccj@stat-eval.com
Quanto poco e' "eterna" la fotografia digitale
Sappiamo bene tutti che il digitale - teoricamente eterno - nella realta'
rischia di essere molto meno "conservabile" della pellicola.
Finche' questo problema resta legato al semplice avvicendarsi dei supporti, si
tratta solo di fare periodiche (anche se antipatiche) "migrazioni" di
dati.
Ora, pero', c'e' il rischio che la scarsita' di standard e soprattutto di
"coscienza fotografica" da parte di alcune Case crei seri problemi
nella conservazione di immagini in formato RAW (formato sorgente proprietario).
Con questa iniziativa suggeriamo:
a) Per te stesso, di prendere coscienza del fenomeno, dei possibili problemi e
delle soluzioni.
b) Per la fotografia nel suo complesso, di unirti a noi nella civile protesta
(piu' correttamente: "segnalazione di massa dei professionisti") verso
le Case madri, affinche' considerino il problema dei Raw proprietari obsoleti
non come una normale ricaduta delle stagioni di marketing, ma come un aspetto di
rilevanza culturale, sociale e storica assolutamente non indifferente.
c) Se partecipi a liste di discussioni o newsgroups fortemente orientati - con
competenza - a questo tema specifico, faccelo sapere. (Pero', niente bloggoni
OT, please).
Vuoi saperne di piu' sul RAW? Vedi gli articoli di D-Jump sull'argomento:
1) Articolo introduttivo - da DJump 3
2) Articolo su RAW 2 - da Djump 4Ancora meglio, scaricare l'intero numero di D-Jump, da qui.
Il problema di fondo
Sappiamo tutti qual e' il problema di fondo: in teoria, un file digitale e'
eterno, perche' immutabilmente trasferibile con il 100% delle informazioni in
ogni sua copia e versione, e non soggetto al deterioramento.
In teoria, pero'; e basta.
Infatti, chiunque abbia iniziato il mestiere da piu' di qualche annetto si e'
reso conto che le stampe delle vacanze di quando era bambino, o le diapositive
di Kodachrome 25 con il loro bel telaietto di cartone con quel carattreristico
profumo di... kodachrome, sono ancora li', un po' sbiadite, ma facilmente
visionabili ed utilizzabili (magari, si', una aggiunstatina alle curve in
Photoshop...).
Invece, i floppy da 5,25 pollici di 20 anni fa non c'e' piu' un posto dove
ficcarseli, per i floppy da 3,5 molti computer non hanno lettore, i scatole
intere di back up di dati e immagini su cartucce Jaz e su dischi Iomega Zip da
100 mega sono supporti imbarazzanti. Per non parlare di fotocamere, computer,
schede, periferiche varie, che invecchiano velocemente come criceti, e con esse
le elaborazioni di dati connesse.
In buona sostanza: succede che, in un numero di anni che oscilla fra 10 e 15, i
supporti digitali utilizzati per l'archiviazione storica, e perfino le versioni
di software utilizzati rendono praticamente molto scomodo - a volte quasi
impossibile - il recupero di dati digitali li archiviati, e che non siano stati
"upgradati" e trasferiti su supporti al passo con i tempi, i quali
pero', piu' che avanzare, precipitano.
Il problema della conservazione
Questo significa che molte immagini digitali sono destinate a sparire
completamente.
Mentre le versioni analogiche (pellicole e stampe) si conservavano per decenni e
piu', senza che nessuno debba fare assolutamente nulla (la classica "foto
nel cassetto"), ora per "mantenere in vita" degli archivi
occorre l'attenzione vigile ed operativa di chi stia al passo coi tempi e,
nel momento in cui software e/o hardware dimostrano di uscire dalla scena, si
adoperi per trasferire i dati, con cio' rendendoli "eterni" per altri
10 anni...
Una sorta di "assistenza" della memoria digitale, dove - come in
alcuni romanzi di fantascienza - chi non puo' permettersi la periodica cura
dell'eterna giovinezza... muore giovanissimo.
Il problema specifico del RAW
Come tutti ben sappiamo, il Raw e' il formato digitale "rozzo",
nascente, cioe' l'insieme di tutti i dati raccolti dal sensore della fotocamera
digitale, ed il pacchetto di informazioni - sempre digitali - sul software, le
impostazioni, il bilanciamento del bianco, eccetera.
Per come stanno andando le cose, il Raw e' tuttavia un formato caratteristico
della fotocamera che si sta usando, una sorta di "dialetto" che parla
solo quella data marca o quel sistema, e che deve poi essere
"tradotto" in un formato universalmente riconoscibile.
Un file in formato Raw, di fatto, contiene tutte le informazioni possibili
sull'immagine, ed e' quindi l'equivalente di un "negativo"; nel
convertire il formato Raw in un formato universalmente riconosciuto (tipo tiff,
jpg, ecc.), il Raw viene "interpretato" e codificato in maniera da
poter essere condiviso fra tutti.
In molti casi - fortunatamente non in tutti - il Raw "proprietario"
di una fotocamera e' "chiuso", e correttamente decodificabile solo dai
software specifici.
Questo significa che quando qualche costruttore dovesse stufarsi di tenere in
vita un tipo di file che non gli conviene piu' economicamente, le immagini
scattate - e conservate - in quel Raw, andrebbero di fatto perse.
ATTENZIONE: non si intende affermare che i formati
debbano forzatamente convergere verso un ipotetico universale
"dittatoriale" standard (sara' in ogni caso il mercato a stabilire i
suoi standard, non noi).
Quello che si intende chiedere e' che i formati RAW vengano resi disponibili per
lo studio e lo sviluppo di software di conversione esterni, che garantiscano
cosi' la reinterpretazione dei files RAW anche quando (e se) la Casa Madre mai
dismettesse l'applicazione di quello specifico standard e del software
correlato.
La soluzione verso cui vorremmo che ci si muovesse
In un mercato dominato dagli umori dei consumatori, se noi fotografi restiamo
passivamente spettatori di questo fenomeno, di rapida obsolescenza, praticamente
lo determiniamo: e' l'effetto "auditel": se in tanti si soffermano a
guardare programmi con "il cangurotto", continueranno a far vestire il
presentatore da canguro.
Se nessuno manifestera' disagio dinnanzi a formati proprietari e nascenti come
il Raw della sua fotocamera che muoiono dopo pochi anni, il fenomeno sara'
interpretato come normale.
Suggeriamo a tutti i professionisti, quindi, di prendere atto del problema, di
conoscerlo, di documentarsi, e di segnalare - a voce o per iscritto - sia alle
Case Madri delle multinazionali, sia alle rappresentanze locali delle casi
madri, giu' giu' fino ai rappresentanti che propongono loro il prodotto, questa
necessita', che ha si' forti implicazioni sociologiche, ma anche storiche:
NON LASCIARE CADERE FUORI ASSISTENZA VERSIONI RAW "VECCHIE";
SPINGERE PERCHE' SI ADOTTINO FORMATI RAW CON DOCUMENTAZIONE ACCESSIBILE
Per saperne di piu' - per fare qualcosa
TAU Visual aderisce all'iniziativa di un gruppo spontaneo internazionale, attivo proprio nella informazione ai colleghi e nella "pressione psicologica" nei confronti delle Case produttrici. Trovi tutte le indicazioni a: http://www.openraw.org
Pur se coscienti di non poter cambiare le leggi di mercato (laddove ci sono i numeri, c'e' attenzione - altrimenti no), vorremmo dare la percezione di "numerosita'" dei professionisti che patiscono del problema.
Quindi, se desideri farlo, ti chiediamo di inviare - per posta o per email - alle aziende produttrici delle tue fotocamere digitali una lettera di questo tipo (o adattata come meglio credi):
ESEMPIO DI LETTERA DA INVIARE A PRODUTTORI FOTOCAMERE DIGITALI
Egregi,
Sono ______ _________, fotografo professionista.
Vi scrivo per aggiungere la mia voce a quella degli altri Colleghi in tutto il
mondo che chiedono, alla Vostra Azienda - cosi' come a tutte le maggiori
produttrici di attrezzature digitali - di adottare una politica di trasparenza
nella disponibilita' dei dati di documentazione sui formati RAW da voi adottati
nel passato, come anche in quelli attuali e quelli ancora da implementare.
Questo consentirebbe lo sviluppo di soluzioni open source di interpretazione del
formato. Auspichiamo inoltre che la Vostra Azienda si muova verso l'adozione
di formati RAW "aperti", per muoversi, in futuro, verso
l'individuazione di
un formato RAW universale.
Un esempio potrebbe essere il formato DNG, ma sara' ben accetto l'affermarsi
di qualsiasi altro formato che possa essere punto di accordo fra i differenti
produttori. Come altri colleghi, supporto l'iniziativa sostenuta
dall'Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU Visual, (vedi a: www.fotografi.org/raw.htm
) a sua volta correlata al gruppo internazionale "OpenRAW Working
Group": http://www.OpenRAW.org
Consideratemi parte dei Professionisti contrari all'utilizzo di formati RAW proprietari e criptati; sollecito la Vostra attenzione a considerare con urgenza le necessita' dei vostri utenti, aiutandoli a mantenere la loro fedelta' al vostro marchio ed ai vostri prodotti.
Con viva cordialita', _____ ______