RUMORE DI FONDO PER
IDENTIFICARE FOTOCAMERA 
DIGITALE

Un sistema, sperimentale, che consente di individuare quale singolo e specifico sensore ha scattato un'immagine digitale, basandosi sull'analisi del rumore di fondo dei files. 

Ti segnaliamo uno studio significativo sulla possibilita' di risalire a quale specifica fotocamera digitale ha scattato una specifica immagine.
La tecnica, ancora sperimentale, permette di abbinare ciascun file, anche se elaborato o compresso dopo lo scatto, allo specifico sensore che lo ha generato. Per fare un paragone, un po' come le rigature di un proiettile consentono di individuare l'arma da fuoco che lo ha sparato.
Il sistema permette di "tracciare" la fotocamera digitale che ha realizzato uno specifico scatto, basandosi su un'analisi del rumore di fondo generato dal sensore (sia CCD che CMOS).

Le applicazioni future della tecnica sono intuibili: non tanto e non solo, come ipotizzano i ricercatori, per questioni di sicurezza, ma anche e soprattutto come possibilita' in piu', nel caso di contenziosi, per avere elementi sulla paternita' nella realizzazione delle immagini, ora che non esiste piu' il negativo come traccia certa dell'originale.

Trovi l'estratto completo dello studio nel documento pdf (in inglese) che puoi vedere cliccando QUI (file pdf - sito universita' di Binghamton NY) 

La cosa interessante di questo studio e' che propone un sistema di individuazione che permette di risalire non semplicemente al modello di sensore, ma proprio al singolo sensore.
Il metodo supera alcuni dei limiti di altri sistemi per tracciare gli originali digitali.
Infatti:
a) I metadati contenuti nei file (intestazione Exif, dati del file Raw, eccetera) sono molto facilmente falsificabili.
b) I watermark "standard" inseriti da alcuni produttori come Kodak e Epson sono comuni a tutte le fotocamere dello stesso genere.
c) L'analisi dei pixel difettati potrebbe identificare un sensore, ma a volte il sensore non ha pixel difettosi, o la fotocamera e' dotata di software per l'eliminazione di questo elemento.

Il metodo suggerito dai ricercatori, invece, riesce a bypassare questi limiti, consentendo un tracciamento pressocche' sicuro .
Come vedi, si tratta di uno studio a tre mani, guidato principalmente da Jessica Fridrich, professore associato della Binghamton University, NY. La Fridrick e' una notevole esperta di sistemi di sicurezza nell'immagine digitale (watermarking, sistemi di identificazione immagini, sistemi di "occultamento" informazione nel files, steganografia, eccetera. Vedi gli estratti delle sue pubblicazioni qui: http://www.ws.binghamton.edu/fridrich/publications.html )

Gli altri autori sono Jan Lucas (vedi: http://dde.binghamton.edu/lukas/index.php ) e Miroslav Goljan (vedi: http://dde.binghamton.edu/goljan/index.php )

Se vuoi una panoramica spaventosamente vasta sugli studi accademici sui sistemi visivi nelle applicazioni a computer, punta a:

http://iris.usc.edu/Vision-Notes/bibliography/contents.html

Questa e' Jessica Fridrich, professore universitario "mamma" del sistema. Ha una grande competenza nei sistemi di watermarking e di steganografia (la steganografia e' la tecnica usata per nascondere files dentro altri...)

 

Se sei un professionista e vuoi diventare dei "nostri": www.fotografi.org/ammissione