L'UNIONE LA FA, LA FORZA?

Conviene suddividere compiti, fatiche e soddisfazioni, o e' meglio lavorare da "battitore libero?"

Un'analisi accurata sulle dinamiche professionali che si instaurano quando l'attivita' fotografica viene condotta
lavorando in collaborazione con altri: partner, colleghi collaboratori, assistenti fattivi, soci, collettivi...

Abbiamo chiesto la compilazione di un breve questionario ai fotografi professionisti Soci che lavorano in "abbinamento" ad altri operatori, ipotizzando queste maggiori "macrocategorie" di collaborazione:

a) FOTOGRAFI PARI FRA LORO: due o piu' fotografi, pari fra loro. In pratica, siete piu' fotografi, magari con specializzazioni leggermente diverse, che collaborano suddividendosi i compiti;
b) PARTNER: lavori con il compagno o la compagna, partner anche nella vita, oltre che nel lavoro (indica questa scelta anche se oltre a voi due avete altri collaboratori);
c) ASSISTENTI: lavori con alcuni assistenti, particolarmente propositivi, a cui deleghi non solo di aiutare nelle attivita', ma anche la propositivita' e l'operativita';
d) SOCI IN AFFARI: i tuoi collaboratori sono soci di una societa', e non tutti fotografi; c'e' chi si occupa del commerciale, chi di fotografia, chi di altre competenze;
e) GRUPPO O COLLETTIVO: piu' che una societa', i rapporti sono da collettivo creativo, con commistione e collaborazione creativa sulla maggior parte della produzione.
A questi, si e' aggiunto il caso di padre e figlio che lavorano assieme.

L'analisi che riassumiamo qui si basa sulla casistica di centoottantotto attivita' professionali; un numero di situazioni sufficientemente cospicuo, e che rappresenta un'efficace prospezione delle diverse realta'.

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Com'e' l'ambiente di lavoro?

Visto che il lavorare assieme ad altri e' altamente connotato dal dover far funzionare bene il rapporto interpersonale (perche' tale rapporto e' proprio lo strumento primario di lavoro), uno fra i primi quesiti posti nell'intervista era legato a come fosse il "clima" lavorativo che discende dallo stare fianco a fianco tutti i giorni.
La domanda posta era questa: questa soluzione di collaborazione, che "ambiente" lavorativo produce? In altre parole, il clima lavorativo che discende dal lavorare a piu' mani, com'e' nel vostro caso?
La risposta, graduata in sei livelli (dalla situazione piu' sgradevole - valore 1 - a quella piu' piacevole - valore 6) veniva scelta fra :
1 - quasi insopportabile | 2 - un po' faticoso | 3 - puo' andare | 4 - buonino | 5 - e' bello! | 6 - e' stupendo!

E' eccezionalmente interessante notare che il clima di lavoro viene percepito - nella maggior parte dei casi, come positivo, o molto positivo.
Solo circa un 1,5% di casi si trovano davvero male, e meno del 5% fa fatica.
Tolta una piccola parte di casi che stima essere la situazione ne' brutta ne' bella (circa il 19% si colloca nelle due risposte: 3 - puo' andare | 4 - buonino), la parte del leone la fanno i colleghi che si rivelano entusiasti, e che rispondono ai limiti superiori della scala: 5 - e' bello! | 6 - e' stupendo! , risposte scelte nel complesso da circa il 74,5% dei casi!
(Piu' della meta' di tutti gli intervistati descrive come "bello!" il rapporto di lavoro, e lo ritiene "stupendo!" un importantissimo 23,4% di colleghi).

 

E come sono i risultati concreti, in termini di fatturato?

Al di la della piacevolezza del lavorare assieme, si e' poi indagato su quanto questa sinergia - oltre che essere piacevole - fosse interessante sul piano dei risultati professionali, per quanto concerne il fatturato vero e' proprio. 
Insomma: si sta bene insieme, ma si sta bene assieme a giocare alla playstation, o si "quaglia" qualcosa, professionalmente?
L'insieme delle risposte e' "figlio" del periodo contingente, certamente non facilissimo.

Cosi', alla domanda: come sta andando l'attivita' sul piano del riscontro professionale? (non si parla di soddisfazione, ma risultati concreti) si poteva rispondere, sempre graduando la propria percezione da 1 (pessimo) a 6 (esaltante):
1 - male | 2 - scarsino | 3 - accettabile | 4 - benino | 5 - bene | 6 - eccezionalmente

I risultati portano ad una media complessiva di 3,43 "punti", come a dire a mezza via fra un: 3 - accettabile ed un: 4 - benino.
In particolare:
a) sono decisamente poco soddisfatti dei risultati (1 - male | 2 - scarsino) un abbondante 28% di colleghi;
b) ritiene non male la situazione (3 - accettabile | 4 - benino) un complessivo 42,5%;
c) si dichiara davvero soddisfatto (5 - bene | 6 - eccezionalmente) un complessivo 29% abbondante.
E' abbastanza interessante incrociare questi dati con quelli - omologhi o sovrapponibili - emersi dall'ultimo periodico sondaggio, riferito al 2011.
Rispetto all'insieme dei professionisti, non considerando cioe' il fatto che si lavori da soli oppure in collaborazione con altri, abbiamo una sostanziale eguaglianza fra gli scontenti (circa il 27-28% sia fra chi lavora in gruppo, che chi lavora da solo), ma uno spostamento verso le condizioni migliori nei due gruppi, centrale e di maggior soddisfazione.
I mediamente contenti sono il 42% fra chi lavora in gruppo ed il 52% fra l'insieme indistinto degli operatori, mentre si passa ad un 29% di molto soddisfatti fra chi lavora in gruppo contro il 20% di soddisfatti nell'"universo" indistinto.
Tenendo conto che il rilevamento generale del 2011 include, nelle percentuali "complessive", sia chi lavora in collaborazione, sia chi lavora da solo, e' lecito pensare che i dati disaggregati siano ancora a maggior favore del lavorare in collaborazione.

In conclusione, complessivamente parlando, i dati raccolti depongono a favore di soluzioni di condivisione: certamente sul piano della piacevolezza del clima di lavoro ma anche, pur se in misura meno determinata, sul piano del riscontro professionale ed economico.

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Esiste una relazione fra tipo di collaborazione, clima di lavoro e risultati?

Ovviamente, sorge ora spontanea una domanda.
Il fatto di lavorare con diversi sistemi di "aggregazione" delle collaborazioni (Fotografi pari fra loro, Partner anche nella vita, Assistenti fattivi e collaborativi, Soci in Affari, Collettivo creativo, Padri e figli...) produce un qualche rilevabile diverso clima di lavoro?
E, per caso, c'e' qualche apprezzabile differenza nei risultati economici?

Ecco perche' abbiamo incrociato questi due dati: clima di lavoro e risultati economici come variano all'interno dei gruppi omogenei di tipologia di aggregazione?

E' molto interessante rilevare le differenze. Anche se i valori "intermedi" variano in maniera non eclatante, agli estremi delle due scale troviamo indicazioni significative.
Fuori dai denti: la cosa piu' piacevole e' lavorare con il partner; l'abbinamento che si appaia ai migliori risultati economici e' invece la collaborazione con gruppi di assistenti fattivi e collaborativi (certamente, per l'effetto trainante che l'entusiasmo e la freschezza delle nuove leve porta con se').
Per contro, il clima di lavoro peggiore e' quello che si sviluppa fra i "soci in affari", ed i risultati economici meno validi sono quelli che si ottengono dalle collaborazioni fra fotografi alla pari fra loro.

Clima di lavoro
Migliore: lavorando con il partner
Peggiore: lavorando con "soci in affari"

Risultati economici
Migliori: lavorando con gruppi di assistenti fattivi
Peggiori: lavorando fra fotografi alla pari

In un certo senso "fuori concorso" (per il campione troppo piccolo di casi dichiarati per esser considerato affidabile) e' infine il caso del rapporto "padre e figlio"; se i soli tre casi segnalati fossero significativi, tuttavia, la "maglia nera" sia del clima di lavoro, sia dei risultati economici andrebbe proprio all'abbinata "di famiglia", che oscilla fra valori compresi fra 2 e 3 (scarso/accettabile - faticoso/puo' andare).

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Esiste una relazione fra risultati e motivo che ha portato a lavorare assieme?

Altra domanda per la quale abbiamo valutato un incrocio di dati: esiste una relazione fra la motivazione che aveva spinto, all'inizio, a lavorare assieme ad altri, ed i risultati che si stanno ottenendo? E fra quella stessa motivazione e il clima in cui ci si trova a lavorare?
Si, esiste, e conferma quello che ci si sarebbe potuto aspettare.

La domanda che veniva posta in fase di "intervista" era questa: Siate onesti: avete scelto di lavorare con altri principalmente perche': 
a) vi trovavate bene umanamente, ed avete cercato un modo per lavorare assieme; oppure: 
b) avevate un obiettivo professionale da raggiungere e trovare collaboratori competenti era il modo per raggiungerlo?

Circa il 40% delle collaborazioni nasce con il desiderio di lavorare bene con persone che si apprezzavano. Quindi, il lavoro e' venuto come corollario di un buon rapporto.
Circa il 60% delle collaborazioni, invece, e' nato con il desiderio di trovare un qualche collaboratore che servisse al raggiungimento di uno scopo professionale.

Come e' intuibile, questa diversa matrice della motivazione iniziale porta con se una necessaria conseguenza: quel 40% che e' stato mosso dal rapporto umano preesistente lavora bene (media della soddisfazione del clima di lavoro: 4,95 punti) e ottiene risultati accettabili (media dei risultati economici, 3,15 punti). 
Per converso, chi ha cercato collaboratori sulla base di un obiettivo professionale si trova un po' meno bene (media della soddisfazione del clima di lavoro: 4,66 punti) e ottiene risultati un po' migliori (media dei risultati economici, 3,58 punti).

Vale la pena di rilevare, comunque, che anche quando la "molla" iniziale e' quella cinicamente pragmatica del voler ottenere risultati professionali, il clima di lavoro che si instaura e' comunque piacevole: i 4,66 "punti" di soddisfazione per il clima di lavoro dei "cinici" che hanno cercato dei collaboratori per ottenere risultati, corrisponde comunque ad un punto intermedio fra il definire buonino e bello il clima di lavoro, piu' vicino di 2/3 a "bello" che a "buonino".



 

Quali sono i compiti svolti dagli "altri" con cui si collabora?

A livello conoscitivo, quali sono i compiti svolti dali collaboratori?
Vedi qui le percentuali (possibili risposte multiple) della composizione dei collaboratori. La domanda in intervista era la seguente:
La collaborazione degli altri e' riferita a quali, di queste competenze?

compito svolto %
fotografia 68,09
grafica tradizionale 30,32
grafica web 23,94
sviluppo web 15,43
creativita in genere 29,26
postproduzione 39,89
video 26,60
contatto clienti 30,32
organizzazione e gestione 28,72
marketing 18,62
multimedia 7,98

 


 

Quali sono gli aspetti positivi e negativi di lavorare assieme ad altri?

Questo non e' un dato "matematico" ma un insieme di considerazioni soggettive ma, umanamente, molto significative.
Di fatto, da queste risposte e' possibile ricavare le motivazioni per FARE o NON FARE gli stessi passi che hanno fatto altri colleghi.

Sarebbe infatti tutto sommato abbastanza stupido valutare un percorso come conveniente o meno ("conveniente" nel senso letterale, cioe' che si confa', che si adatta) alla propria situazione basandosi su... dei grafici statistici.

Numeri, grafici e cifre tendenziali portano ad oggettivizzare una scelta che e' in realta' in gran parte soggettiva e, perbacco!, anche sanamente istintiva.

Ecco perche' si e' ritenuto importante dare spazio non solo ai numeri - che esprimono raziocinio - ma anche alle parole, che mediano le emozioni.
Importanti, queste ultime, forse piu' delle "ragioni"...

Poiche' si tratta di una certa quantita' di testo, trovi le risposte riportare in una PAGINA A PARTE (clicca qui).

Vi trovi (clicca qui) le risposte suddivise a seconda dell'umore espresse da chi rispondeva.
Prima sono raggruppate quelle di chi pensa che lavorare assieme ad altri faccia schifo; poi chi fa fatica, poi chi e contentino e cosi' via, giu' giu', fino alle risposte date da chi e' entusiasta di questa esperienza.

Inoltre, le risposte (positivo - negativo) sono sinottiche: sulla stessa riga orizzontale, cioe', trovi la risposta data dallo stesso professionista; se un singolo ha omesso di indicare gli aspetti negativi o positivi, lo spazio relativo e' in bianco.

Trattandosi di una porzione facoltativa di questionario, le risposte sono in numero inferiore al numero degli intervistati.


Vedi le risposte date (clicca qui)

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Quali collaboratori aggiungereste ora, se fosse possibile?

Ultima domanda "aperta" (e a risposta facoltativa) era quella che chiedeva di indicare quali NUOVE figure professionali si sarebbe voluto aggiungere, se fosse stato possibile, al proprio team.
La domanda posta in "intervista" era questa: se ora potessi aggiungere dei collaboratori, che nuova figura, che "apporto" pensi che potrebbe servire alla vostra attivita'?

Nelle risposte seguenti trovi indicato all'inizio della riga il numero di volte che la risposta e' stata data.
Quindi, trovi in cima all'elenco le figure piu' "ambite", e poi di seguito, a scendere, quelle che sono state ipotizzate un numero inferiore di volte come necessare all'espansione e la crescita dell'attivita' dei gruppi.

Il dato e' interessante perche' mostra:
a) Da un lato, in quale direzione di espansione si vorrebbero spostare le attivita' fotografiche "di gruppo";
b) Dall'altro, perche' evidenzia che tipo di figure professionali potrebbero trovare collocazione all'interno di gruppi gia' esistenti.

numero richieste - figura professionale che si vorrebbe aggiungere allo staff

38 - account, contatto col cliente, commerciale, promozione tattica
27 - marketing, promozione strategica

17 - postproduzione
16 - grafico

09 - videomaker, operatore video

05 - sviluppatore web
05 - segretaria
05 - assistenti
(con desiderio di essere davvero assistente)

04 - fotografo aggiuntivo

03 - ricerca nuove tendenze
03 - montaggio, finissaggio, post video
03 - contabilità, gestione, burocrazia
03 - collaboratrice - segretaria di bell'aspetto e rappresentanza

02 - sviluppatore multimedia
02 - reponsabile PR
02 - esperto di social networking

01 - stylist
01 - un "complice"
01 - producer (organizzazione completa di produzione)
01 - editor
01 - contatti con l'estero
01 - art director
01 - archivista
01 - addetto stampa

 


 

 

 

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