VERYBELLO E MINISTERO:
FOTOGRAFIE "IN PUBBLICO DOMINIO" SU INTERNET

si possono utilizzare e pubblicare liberamente le fotografie anonime
"trovate" in Internet "su Google"?

verita', prassi, buonsenso, norme di legge e leggende metropolitane

Al sito www.verybello.it  (di proprieta' e gestito dal MiBACT) si indica 
che le immagini vengono da loro "recuperate" da internet, salvo poi essere 
disponibili a valutare (!?) se rimuoverle su segnalazione degli aventi diritto.
In se', questa posizione ricalca la convinzione comune, ma lascia perplessi 
che provenga da un referente istituzionale come il Ministero dei Beni Culturali...

Leggi:

a) La prima lettera di segnalazione, 
con cui si faceva presente l'incongruenza

b) La risposta a firma del Ministro Franceschini, 
che spiega come il sito agisca correttamente

c) La replica di TAU Visual, 
che segnala che il problema sta in quello che viene affermato in "Termini e condizioni",
che lascia intendere che le immagini trovate in rete siano di "pubblico dominio"

Leggi, cliccando qui, la lettera di segnalazione inviata al MiBact!


 

Le immagini che si trovano in Rete sono liberamente utilizzabili, poiche' sono disponibili pubblicamente.

Falso
E' una leggenda metropolitana.
Cio' che si trova in Rete non e' liberamente riutilizzabile, a meno che l'autore stesso non abbia espressamente indicato che desidera e permette che cio' avvenga, alle condizioni da lui specificate (e fatti salvi alcuni casi eccezionalmente circoscritti di immagini destinate all'insegnamento).
Sono liberamente riutilizzabili solo quelle opere il cui autore abbia espressamente indicato questa possibilita'.
In nessuna legislazione mondiale il riutilizzo delle opere e' reso lecito a fronte della semplice pubblicazione in Rete; trovi una raccolta di molta legislazione internazionale sul diritto d'autore a questo nostro link:
http://www.tauvisual.com/copyrightlaws/leggi.htm

Le immagini che si trovano su Google sono utilizzabili, perche' liberamente accessibili a livello planetario.

Falso. 
Vedi risposta al primo punto.
Innanzitutto, "Google" non e' ne' un luogo, ne' un recipiente di contenuti, ma solo il tramite tecnico a cui si accede a contenuti di terzi.  
La ricerca di immagini tramite Google puo' essere fatta filtrando in origine i risultati sulla base dell'esistenza - o meno - di una licenza "Creative Commons" (o altre simili) che permetta l'uso a specifiche condizioni (fra le quali, comunque, e' sempre compresa la menzione del nome dell'autore).
La pagina nella quale Google stesso spiega la cosa e' questa:
https://support.google.com/websearch/answer/29508?p=ws_images_usagerights&hl=it&rd=1
Da qui, invece, e' possibile effettuare la ricerca avanzata con filtro sulla licenza d'uso:
http://www.google.com/advanced_image_search

La nostra Legge sul diritto d'autore (legge 633/41 e successive modifiche) permette l'uso delle immagini se queste sono state pubblicate anonime.

Falso. O, meglio: mistificato. 
Innanzitutto, la legge italiana sul diritto d'autore parla di utilizzabilita' delle fotografie i cui esemplari siano stati diffusi "anonimi", ma solo fintanto che l'autore non si sia rivelato: e viene sempre riconosciuta all'autore questa possibilita'.
Ma soprattutto, la legge ipotizza l'anonimato quando gli "esemplari" della fotografia diffusi dall'autore non riportino gli estremi dell'autore stesso; ma "esemplare" e' un termine che si riferisce alla copia fisica, cioe' alla stampa materiale che l'autore mette in circolazione.
Le duplicazioni in Rete NON sono "esemplari" dell'opera (come lo sarebbero delle stampe), e l'autore ha sempre modo di dimostrare che - in origine - lui ha posto in circolazione "esemplari" accompagnate dal suo nome, ma che ne sono stati privati da successive, volontarie azioni di omissione (come scorporare l'immagine dal contesto che le attribuiva correttamente o - ancora peggio - cancellare i riferimenti contenuti nell'immagine).
Le immagini non vengono mai condivise, in origine, senza un riferimento al loro autore. Se un'immagine non viene riferita ad un autore, nella pressocche' totalita' dei casi e' perche' - in malafede - e' stato in precedenza reso indisponibile il dato che l'autore aveva accluso.
Divulgativamente, vedi: https://www.youtube.com/watch?v=cStIePe9HQY

Esistono immagini fotografiche liberamente utilizzabili, a patto che si citi il nome del loro autore.
 

Vero.
L'autore delle immagini e' pienamente libero, se lo desidera, di concedere l'utilizzabilita' delle sue fotografie.
L'autore potrebbe avere interesse a farlo (attenzione, "potrebbe": si tratta di una sua eventuale scelta, e non di un automatismo) unicamente se le immagini fossero abbinate ai suoi riferimenti. 
Nella normalita' dei casi, un fotografo professionista NON ha interesse a fare "girare" le sue fotografie, poiche' fonda il suo sostentamento sui compensi per la realizzazione e diffusione delle sue immagini.
Ad ogni buon conto, l'Autore che desidera rendere utilizzabili le sue fotografie, per farlo indica esplicitamente questa facolta', solitamente ricorrendo ad una licenza Creative Commons (vedi il sito globale https://creativecommons.org/ e, per lo specifico delle immagini, in italiano: http://www.creativecommons.it/Immagini ).
Le immagini pubblicate con questa esplicita concessione di utilizzabilita' sono riutilizzabili, a patto che si menzioni il nome dell'autore (e che si osservino altre eventuali condizioni poste per il loro uso; ad esempio, puo' essere richiesto che vengano utilizzate senza alterarle, che non vengano usate per scopi commerciali, che vengano condivise con le stesse modalita', eccetera).
Se l'immagine riporta l'indicazione di una licenza CC o similare, e' utilizzabile. 
TUTTE le altre immagini, non accompagnate da una licenza che le renda esplicitamente utilizzabili, sono da considerarsi - di default - come protette da diritto d'autore.

Al fotografo professionista faccio un favore, se riutilizzo le sue immagini, perche' faccio "girare" il suo lavoro

Falso
Posso avere piacere nell'offrire la cena ai miei amici, o al mio partner, perche' voglio con loro condividere il mio tempo e il mio cibo; ma questo non significa che abbia piacere di trovarmi la casa invasa di persone che, non invitate e di loro spontanea volonta', decidono di mangiare quello che c'e' nel mio frigo, o - di loro iniziativa - di farsi pagare da me il conto al ristorante.
Fuori di metafora: al fotografo professionista puo' in alcuni casi fare piacere condividere alcune immagini (quelle che lui sceglie) attraverso specifici canali (quelli che lui sceglie) o per interlocutori particolari (che lui individua fra i suoi possibili clienti). Ma a nessun fotografo si fa un favore se si prelevano sue immagini e li si riutilizza senza il suo consenso. Mai.
Non e' un favore, non e' un "omaggio": e' un segno di non considerazione e disprezzo del valore del suo lavoro.

Esiste modo di tracciare le copie indebite di un'immagine diffusa in rete.

Vero.
Esistono due strade: 
a) Watermarking invisibile 
Attraverso la marchiatura invisibile di ogni singola immagine, prima che venga pubblicata. Questa tecnica (e non i loghi semi-trasparenti) e' il vero "watermark", cioe' di marchio invisibile. Ne sono un esempio Digimarc (il cui lettore e' presente di default nei filtri di Photoshop), come anche soluzioni come SignMyImage, Vericuff, eccetera. Viene inserito un codice univoco che identifica l'autore (una sorta di "targa") in ciascuna sua immagine. Per tramite di questo codice tracciante - uguale in tutte le immagini dell'autore - si risale agli usi in rete, permettendo di individuare quelli indebiti.
b) Fingerprint
La seconda strada, che sta assolutamente prendendo maggiormente piede, è quella sfruttata dalle applicazioni che permettono la ricerca delle immagini creando, per ciascuna immagine, un "fingerprint", cioe' un'impronta caratteristica delle immagini. Quindi, ciascuna immagine ha un suo "codice" tracciante, che permette di trovare le immagini simili in Rete.
Si tratta di algoritmi di "reverse research" che stanno alla base di Google Images (ben noto a tutti), ma anche di Tineye (i primi ad avere divulgato il sistema, ancor prima di Google; Tineye e' tutt'ora molto efficiente per le immagini tratte da agenzie stock di immagini), o i servizi anche a pagamento di http://www.picscout.com/, www.plaghunter.com/en/, http://www.imageraider.com/ e altri.

I fotografi professionisti Soci di TAU Visual possono essere aiutati dalla Sede dell'Associazione nel contestare gli utilizzi indebiti delle loro immagini 

Vero.
Vedi a:
http://www.fotografi.org/pubblicazione_illecita.htm

 (come chiedere di essere ammessi a TAU Visual)

Due video che spiegano brevemente questo tema:

"Lampadario"

"Trattoria"

 

(come chiedere di essere ammessi a TAU Visual)

 

Facebook: https://www.facebook.com/tomesani/videos/vb.610194218/10153007495344219

Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=cStIePe9HQY