..:::.. foto di
editoria e giornalismo
utilizzare un professionista: perche', come, a che condizioni.
possibilita', diritti e doveri del fotografo giornalista
- come utilizzare le capacita' di un fotoreporter professionista
a cura dell'Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU Visual
come chiedere l'ammissione all'Associazione
vedi la presentazione breve (2 minuti e 28 sec): perche' utilizzare un fotografo professionista
Questa breve guida ha il compito di aiutare l'utilizzatore
editoriale a sfruttare al meglio i servizi di un fotografo professionista, dando
strumenti aggiuntivi per cogliere quali sono i meccanismi che regolano questo
settore, che ne fissano le regole, che determinano i prezzi. In sostanza, una breve guida per capire se le richieste che giungono dal Fotografo sono fondate o meno, e altri elementi caratteristici del settore specifico. ..:::.. perche' utilizzare i servizi di un fotografo professionista e' presto detto: raffazzonare un servizio fotografico o il supporto iconografico ad un articolo utilizzando immagini rubacchiate qua e la, o servendosi del "meno peggio" realizzato con una digitale da un collaboratore qualsiasi puo' - certamente - fare risparmiare qualche decina o qualche centinaio di euro, dando pero' la garanzia di affidare all'improvvisazione ed alla pochezza qualitativa proprio la principale arma di comunicazione che ha la carta stampata... |
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:..:.:. Primo obiettivo: dare "un'idea"; solo in seguito,"dare idee" Fatti salvi rari casi, il lettore medio
sfoglia rapidamente il quotidiano, o la rivista illustrata (il 23%, oltretutto,
partendo dal fondo). Prendete una qualsiasi rivista, ed eliminate le immagini fotografiche da articoli e pubblicita'. Diviene repulsiva, perche' l'informazione di fondo non e' data dal testo, ma dalla percezione visiva.
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.::.:.. La parola "cane" e' un concetto astratto, ma l'immagine del cane e' un messaggio concreto Un lettore che si soffermasse a leggere il testo di un articolo, verrebbe guidato a percepire quello che il giornalista (ed il suo direttore) volevano dire. Ma - come sappiamo - l'assoluta maggioranza dei lettori non leggera' l'articolo, ma percepira' - scambiamdole per "informazioni" - delle semplici sensazioni, derivate in grandissima parte dalle immagini. Se scrivo "cane", esprimo un concetto ampio, ma che comprende l'intero universo dei "cani". Ma la spiegazione di cosa volessi dire sfuggira' alla maggior parte delle persone, perche' NON leggeranno l'articolo. Al contrario, TUTTI vedranno le immagini, e percepiranno delle sensazioni, che riterranno essere "l'informazione" vera e propria. La fotografia del "cane" - a differenza dello scritto - verra' percepita immediatamente, e con essa tutti i sottointesi che quell'immagine, di quel cane, proposta e realizzata in quel modo, medieranno.
L'ipotetico articolo "I cani in citta': un tema da non ignorare" potrebbe raccontare cose molto interessanti. Ma sara' l'immagine fotografica a far passare la vera informazione di massa, trasmettendo concetti positivi (cane felice), pietistici (cane abbandonato), di avversita' (cane minaccioso), di amore (cane coccoloso), di repulsione (cane sporco...). Non solo l'immagine sara' l'elemento che avra' comunicato davvero qualcosa alla maggior parte dei lettori che non leggeranno l'articolo, ma avra' anche l'effetto di solleticare o meno l'interesse alla lettura del dettaglio, agganciando l'attenzione di gruppi particolari di persone, e perfino di influenzare la percezione dello scritto, in coloro che si fermeranno a leggere.
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:::... Una strategia vecchia in un mondo nuovo Sono ancora molti i Direttori di testata
che si sono resi conto del cambiamento del sistema di comunicazione, introdotto
dalla mancanza di tempo, ma continuano a comportarsi come se questo non
significasse nulla. |
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Di fatto, e' ancora frequente il caso in cui il direttore usa le forze a sua
disposizione cosi' come poteva andare bene trent'anni fa. Usa le immagini per
"riempire" l'articolo con qualcosa di colorato, senza rendersi conto
dell'incredibile spreco di energia e potenzialita' che questo significhi.
Oppure, rendendosene conto, ma senza di fatto far nulla per uscire dalla
mediocrita'. I suoi lettori, infatti, leggeranno gli articoli nel dettaglio solo in rari casi. Ma la maggior parte dei lettori, affannati nelle mille faccende personali, di lavoro e casa, si lascera' permeare superficialmente dalla sensazione di fondo. Data dalle immagini. Grave errore strategico, quindi, quello di considerare l'immagine solo come... arma tattica. Pessima scelta quella di dedicare all'immagine stampata sempre meno attenzione, energie e competenza: e' proprio questa, invece, che dati i tempi sempre piu' rapidi di fruizione dei media, e' divenuta portante nella comunicazione. Certamente, questo non significa istigare giornalisti e media ad una comunicazione solamente superficiale: i lettori veri continuano ad esistere, e con loro esiste e sempre esistera' il vero giornalismo di penna. Ma e' anche inutile ignorare la realta' dei fatti: se un "grande comunicatore" ha bisogno di comunicare nei confronti del popolo "intelligente" con un tipo di comunicazione approfondita, e' altrettanto vero che il numero di persone - anche intelligenti - che chiede, giocoforza, di essere informata con la massima rapidita' e' un numero sempre crescente, ed in modo esponenziale. In sostanza, la comunicazione di massa si fa con le immagini e non con le parole. |
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.:::.. il fotografo chiede diritti d'utilizzo? perche'? Quanto costa comprare una canzone?
Ovviamente, non esiste una risposta univoca: dipende. .:.:::. e' vero che il nome del fotografo va citato sempre? Generalmente parlando, e' vero, perche' il
fotografo e' autore di un'interpretazione, e come tale e' protetto
esplicitamente dalla legge sul diritto d'autore, anche per quello che riguarda i
diritti morali. Un po' di buon senso servira' semplicemente
a concordare con il fotografo eventuali deroghe a questa norma di legge: a
volte, puo' essere conveniente per entrambi non indicare il nome quando invece
sarebbe stato obbligatorio farlo (e' il caso di alcuni impieghi pubblicitari, ai
quali il fotografo stesso non vuole necessariamente essere legato), oppure -
viceversa - e' il caso di alcune pubblicazioni, commerciali od editoriali, per
le quali menzionare il nome del fotografo anche se non sarebbe obbligatorio e'
una cortesia che non costa nulla al cliente, e che e' utile al professionista. .::..: il fotografo puo' riutilizzare immagini fatte per un editore? Il fotografo conserva, per consuetudine, un
diritto di antologizzazione, che gli lascia la facolta' di raccogliere le
immagini realizzate fino a quel momento in un "book" autopromozionale,
usato per mostrare ai potenziali clienti il genere di fotografia che e' in grado
di fare. .::..: di chi sono gli originali (files o pellicole)? Gli originali fotografici sono del soggetto
che detiene i diritti di sfruttamento delle fotografie. .:.:::. cosa determina e influenza i prezzi dei servizi Per la determinazione dei prezzi, si trova
un sistema dettagliato, con guida passo passo, e gratuito al sito
www.tariffario.org, che e' stato realizzato proprio per risolvere i problemi di
interfaccia fra cliente e fotografo. 1) Il livello professionale del fotografo
contattato.
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Se il problema delle tariffe fosse riconducibile alla sola difficolta' tecnica di realizzazione delle immagini, la valutazione del "valore" dell'immagine sarebbe semplice. Dato che, invece, occorre dare un preciso valore commerciale a molti elementi di difficile quantificazione, ecco comparire diversi parametri e diversi sistemi di calcolo. Vedi www.tariffario.org |
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(c) photo giovanni presutti |
![]() (c) photo maurizio gjivovich |
Questo documento e' stato redatto
da Roberto Tomesani (C) per conto dell' Associazione Nazionale Fotografi
Professionisti TAU Visual, e diffuso - per tramite dei suoi Soci - ad uso ed
utilita' dei Clienti che ricorrono a fotografi professionisti. |
credits:
testi (c) roberto tomesani
immagini giornalistiche: Isabella Balena - Fabio Palli - Maurizio Gjivovich -
Giovanni Presutti
immagini dei cani: AA.VV. royalty free