LINEE DI TENDENZA
PER IL PROSSIMO PERIODO

 

 

 

Breve analisi sulle linee di tendenze del mercato fotografico (in generale e nel dettaglio) nei prossimi 12 mesi.


Una premessa indispensabile: pochi clienti, mine vaganti

Fotografia commerciale (utilizzi pubblicitari).

Fotografia editoriale

Fotografia di cerimonia

Le nuove leve nel settore professionale

Il fenomeno della condivisione in Rete

Che fare: reagire, recuperare entusiasmo, e trasmetterlo a se stessi ed alla clientela


Una premessa indispensabile: pochi clienti, mine vaganti

Chiarirsi le idee sul momento risulta insolitamente arduo: segnali ed indicazioni lanciano avvertimenti, ma indicano anche varie ipotesi, tutte attendibili.

La premessa indispensabile e' che qualsiasi “scenario possibile” di previsione valido per il mercato in generale puo' essere non adattabile per il singolo operatore, dato che l'attivita' del fotografo e' in pratica quasi sempre basata su pochi clienti importanti, affiancati da un arcipelago di piccole realta' marginali: quando si ha uno spostamento in positivo od in negativo (cioe' un “grande” cliente abbandona il fotografo, o ne viene acquisito) tutte le previsioni valide per il mercato in generale evaporano nel nulla, perche' sui “piccoli numeri” di una ristretta rosa di clientela, le stime fatte per i “grandi numeri” del mercato in generale non hanno poi una cosi' completa aderenza.


Fotografia commerciale (utilizzi pubblicitari).

La contrazione dei margini economici per gli operatori dell'indotto pubblicitario ha prodotto alcuni effetti ben visibili.

Primo trend: Da un lato ha causato una riduzione del numero assoluto di agenzie, dato che molti studi medio-piccoli sono semplicemente stati chiusi, e molte strutture di grande o mediogrande dimensione sono stati oggetto di fusioni ed acquisizioni.

Di fatto, questa situazione ha dato inizio ad una tendenza che e' ora in atto e che probabilmente si espandera' durante il prossimo periodo: sono sempre piu' numerosi gli studi fotografici specializzati in una qualche nicchia di comunicazione pubblicitaria o multimediale che hanno iniziato ad offrire non solamente la realizzazione dello shooting, ma anche l'ideazione del concept, la produzione e – di fatto – gran parte delle funzioni fino a qualche tempo esclusivo appannaggio dell'agenzia pubblicitaria, cosi' divenendo concorrenti diretti delle agenzie stesse. Si tratta di un passo coraggioso (prelude ad essere esclusi da molte agenzie) ma rappresenta un'interessante diversificazione.

Secondo trend: Altra linea di tendenza del prossimo periodo e' la piu' che proporzionale rapidita' con cui e' sensato attendersi l'espansione, e in un certo senso l'invasione del mercato (per gli impieghi di medio bassa importanza) delle immagini stock free copyright.

Attualmente, due colossi mondiali (www.gettyimages.com e www.corbis.com) hanno praticamente assunto in “sottofondo” il controllo della maggioranza delle immagini stock, sia tradizionali che free copyright.
A questo si e' affiancato il fenomeno del microstock, descritto nel dettaglio a questa pagina, e comunque inquadrato nel fenomeno della condivisione in rete.

In particolare, va notato che Corbis.com e' un'attivita' controllata con pacchetto di maggioranza da Bill Gates (Microsoft) il che fa presagire che a medio termine la Microsoft metta a frutto gli ingentissimi investimenti sostenuti finora nel progetto per “invadere” il mercato delle immagini per diretto tramite del sistema operativo Windows (che di fatto nelle sue varianti gestisce piu' del 90% dei computer mondiali).

Questo fenomeno ha spostato e spostera' i pesi non solo della fotografia stock tradizionale, ma anche quello degli impieghi commerciali pubblicitari di media / piccola importanza, con questo rendendo MOLTO piu' importante la capacita' creativa ed innovativa, come valida alternativa alla massificazione dell'immagine preconfezionata tipica delle nuove linee di diffusione di immagini stock.

Risposta ai trend: Per rispondere POSITIVAMENTE alle tendenze del prossimo periodo, va assolutamente incrementata la capacita' interpretativa e creativa, come necessaria differenziazione dalla massificazione delle immagini banali e sempre piu' agevolmente reperibili a bassissimo presso, e puo' essere valutata la possibilita' od opportunita', nel proprio specifico caso, di offrire servizi completi da “mini agenzia”, se esiste una competenza settoriale di nicchia.


Fotografia editoriale

Primo trend: La fotografia editoriale si e' “congelata”, per quello che riguarda compensi e trattative, ai primi anni novanta. Da allora i compensi non vengono piu' adeguati (a volta sono stati addirittura diminuiti) e le richieste contrattuali degli editori si fanno sempre piu' pressanti, nella evidente loro coscienza che l'insieme del mercato professionale e' praticamente incapace di opporsi efficacemente.

Purtroppo questo stato di cose e' in atto – cambiate le cose da cambiare – anche negli Stati Uniti, il che non lascia ben presagire, dato che storicamente “importiamo” i trend dagli USA, e cioe' sul nostro mercato spesso avviene – a grandi linee – quello che avveniva negli USA alcuni mesi prima.

Sostanzialmente, questo significa che la tendenza dei prossimi dodici mesi sara' con ogni probabilita' quella del mantenimento della situazione attuale con un progressivo spostamento verso la fruizione e la condivisione in Rete anche dell'informazione, e conseguentemente la necessita' di diversificare i fornitori quanto piu' possibile, eventualmente in direzione degli utilizzi multimediali.

Secondo trend: Sulla scorta di quanto segnalato anche per la fotografia commerciale (vedi il secondo punto delle note sulla fotografia commerciale), un macrotrend “in agguato” e' senza dubbio le penetrazione – presumibilmente prima o poi in modo massiccio – dell'offerta royalties free da parte dei due colossi Gettyimages e Corbis, piu' temibilmente da parte di Corbis. (vedi sopra).

Risposta ai trend: Al momento, come e' evidente, il mantenere le posizioni nonostante la contingenza rappresenta purtroppo un obiettivo gia' consistente. Certamente, e' indispensabile intervenire quanto piu' possibile unitariamente almeno per contenere entro confini accettabili le richieste degli editori, che tendono a imporre condizioni di garanzie e di modalita' di fornitura che a volte sfiorano l'oggettiva insostenibilita'. 
INDISPENSABILE e' comunque il passare dalla tradizionale offerta di "buona immagine" al nuovo approccio di confezionamento di idee, in cui la fotografia e' solo supporto di un servizio molto piu' esteso perche' progettuale. Vedi a: http://www.fotografi.org/condivisione_in_rete.htm


Fotografia di cerimonia

Primo trend: la diminuzione del numero di coppie in eta' da matrimonio. Questo fenomeno, segnalato e monitorato da TAU Visual gia' a partire dal 1987, e' semplicemente l'effetto fisiologico della contrazione del “baby boom” che si era verificato nei primi anni sessanta, e che aveva prodotto – fra il 1985 ed il 1995 – un periodo di relativa prosperita' nella fotografia di matrimonio, poi contrastato da una diminuzione dei matrimoni religiosi (la parte “ricca” della torta).

La tendenza regressiva delle celebrazioni di matrimoni non e' solo un fenomeno italiano, ma riconoscibile nell'ambito dell'Unione europea: il numero dei matrimoni complessivo è sceso di oltre il 19%. Il numero dei matrimoni per 1000 abitanti nei Paesi membri si attesta tra 3,9 in Belgio e 6,9 in Danimarca, il numero medio all'interno dell'Unione europea si aggira intorno a 4,8. In Italia il tasso di nuzialita' e' attorno al 6,1.

Secondo trend: con parziale eccezione per le tre “isole felici” della fotografia cerimoniale, dove sia il mercato che l'offerta sono relativamente piu' vitali (triveneto, campania, puglie), la tendenza abbastanza uniforme e' quella della battaglia sul fronte dei prezzi. Il meccanismo e' ben noto a tutti. Quando un concorrente abbassa il prezzo del servizio cerimoniale, ottiene di avere da subito qualche cliente in piu'. Subito, qualcuno lo imita. Dopo poco, praticamente tutti abbassano i prezzi.
Questo comportamento di massa e' eccezionalmente simile a quello di chi, in una platea di spettatori ad un concerto in piazza, si alza in piedi, per vedere meglio quello che succede sul palco. Cosi' facendo, ostruisce la visuale alle persone che gli stanno dietro, le quali si alzano a loro volta per tornare a vedere; in pochi secondi, con un effetto a cascata, tutta la platea imita i primi. Risultato: tutti vedono esattamente come prima, ma stando tutti in piedi, tutti piu' scomodi di prima.
Anche se ogni singolo fotografo - preso da solo - sa che non dovrebbe cedere sul prezzo perche' e' una strategia sbagliata, il comportamento della massa segue regole diverse da quelli del singolo, e la "massa" si comporta in maniera incredibilmente stupida.
Ovviamente, quasi nessuno e' disposto a perdere sulla propria pelle, quando si rende conto che il suo comportamento, isolato, non provoca nessun altro effetto che il proprio danno.
Se due o tre persone restassero sedute in una platea di gente in piedi, la situazione di tutti non migliorerebbe, ed in piu' chi restasse ordinatamente seduto non vedrebbe effettivamente nulla.

Risposta ai trend : anche se esistono due possibilita' di risposta (massificazione dell'offerta a prezzi bassi, oppure offerta di servizi di alto contenuto creativo), a nostro avviso solo una e' da considerarsi vincente sul medio termine: l'innalzamento del contenuto creativo (per i professionisti che ne abbiano oggettivamente le capacita').
Diciamocelo: tutti desideriamo risparmiare. Chiunque di noi cerca di trovare il fornitore che gli faccia spendere di meno, a parita' di qualita'. Perche' mai gli sposi dovrebbero comportarsi diversamente? Se gli sposi trovano un collega - ma anche un abusivo - che gli offre un lavoro accettabile a poco prezzo, perche' dovrebbero spendere di piu'?
Se io sono alla ricerca di una gazzosa, cerchero' chi mi vende la bottiglia di Sprite al minor prezzo, e basta. Reputerò "ladro" chi cerca di vendermi la stessa bottiglia a cinquanta centesimi in piu' del concorrente. Ma se sono alla ricerca dello champagne - perche' per quella occasione voglio il meglio - saro' disposto a considerare tutta un'altra categoria di costi, e a spendere decine di euro per una bottiglia.


Le nuove leve nel settore professionale

Primo trend: Un fenomeno assolutamente recente e tipicizzante di questo periodo e' la forte variazione della composizione di “nuovi ingressi” nel panorama professionale.
Negli anni settanta, ottanta e inizio novanta, facevano il loro ingresso nel settore professionale prevalentemente persone che avevano dei trascorsi come “fotoamatori evoluti”, che passavano poi al mestiere o come autodidatti, o tramite le scuole.

Da pochi anni a questa parte, invece, la fotografia come hobby di massa e' sostanzialmente sparita, sostituita da utilizzi e passatempi multimediali. I “fotoamatori” nel senso classico del termine non sono quindi piu' un bacino di ingresso nel settore professionale. La fotografia viene ora vista non tanto come hobby, ma come uno dei diversi possibili modi per esprimere se stessi e la propria creativita'. Le caratteristiche di chi si avvicina alla professione, quindi, sono molto repentinamente cambiate da “fotoamatore tecnico” a “ideatore creativo”, con un sostanziale e visibilissimo spostamento verso la creativita', il pensiero “fuzzy” e con una componente femminile – sia nelle scuole che nell'assistentato – piu' che doppia rispetto a quanto non fosse fino a circa cinque anni fa.

Secondo trend: un numero piu' che proporzionale di giovani operatori – che fino a qualche anno fa avrebbe ingrossato le fila dei concorrenti fotografi “tradizionali” – fa ora il proprio ingresso nel settore del multimediale, con l'effetto che la “parrocchia” della fotografia professionale intesa come ripresa di studio o di reportage sta leggermente “invecchiando” di eta' media. I validi giovani concorrenti nei campi fotografici classici sono meno numerosi di quanto non ci si potrebbe attendere, mentre si sta generando un nuovo indotto ed un nuovo “mondo” professionale parallelo orientato al multimediale, che non ruota piu' attorno ai classici ambienti, operatori, luoghi e fornitori.


Il fenomeno della condivisione in Rete

Si tratta di un macro-trend spaventosamente importante, che - per la sua complessita' - e' trattato separatamente, alla pagina: www.fotografi.org/condivisione_in_rete.htm

Riassuntivamente: Stiamo parlando del fatto che le disponibilita' attuali (cioe' le applicazioni digitali e, in modo assolutamente determinante: la Rete Internet) hanno reso possibile un fenomeno storicamente inedito: la condivisione semplicissima, immediata - e quindi aperta a tutti - degli strumenti di lavorazione creativa, ma anche delle idee stesse, delle fonti a cui attingere, e dei frutti della creativita', e quindi delle opere che derivano dalla creativita'.
Stiamo quindi parlando del fatto che la Rete ha reso possibile la condivisione, senza ostacoli, di conoscenze e di frutti della creativita' che realmente fino a pochissimi anni fa non erano condivisibili se non attraverso canali piuttosto rigidamente prefissati e, quindi, di facile controllo.
Ora, di fatto, e' possibile mettere in comune con gli altri - ed attingere da tale comunita' - tutte le idee ed i frutti creativi che le idee portano con se': testi, musica, fotografia, grafica, software, creativita' pura, idee per l'advertising, eccetera.
Poiche' tutti i lavori creativi si basano sullo scambio del frutto di idee ed inventiva fra due categorie di soggetti: da un lato, chi ha idee ed inventiva, e dall'altro chi - non avendole - le vuole acquisire, e' evidente che la improvvisa e totale "permeabilita'" fra le due sponde ha modificato e sempre piu' modifichera' in modo radicale tutte le dinamiche dei mondi che orbitano attorno alla creativita' ed alle sue applicazioni.
L'aspetto positivo: La rete ci ha dato una possibilita' di accelerazione evolutiva di importanza epocale, eccezionalmente importante. Inoltre, ha aperto dei mercati nuovi e incredibilmente piu' vasti e dinamici.
L'aspetto negativo: se tutti - grazie alla condivisione - hanno disponibilita' di tutto, la dinamica dello scambio viene meno. La completa permeabilita' in condivisione e' - ne' piu' ne' meno - la stessa identica dinamica che sta alla base dell'entropia dell'universo. Apparentemente "paroloni", per definire pero' un concetto semplice: quando metto in libera comunicazione con dei vasi comunicanti dei contenitori diversamente pieni, in un primo momento si riverseranno reciprocamente fiumi di contenuto; dopo poco, pero', quando tutto si sara' livellato, non succedera' piu' niente. 
Niente.
Il libero fluire dell'energia da una parte all'altra porta all'annichilimento. E', appunto, l'entropia. Il "nulla" da temere non e' il vuoto: e' l'assenza di tensione fra le parti, cioe' l'assenza di disparita' fra vuoto e pieno: e' il grigiamente omogeneo, senza ritorno.
E' entusiasmante che si possa disporre di immagini in un batter d'occhio. Ma, come ben sappiamo, la sovrabbondanza di immagini ha prodotto una svalutazione delle stesse. Poiche' tutti le possono avere facilmente, hanno drammaticamente perso di valore.
La creativita' fotografica stessa, grazie alle nuove tecnologie, ha inizialmente avuto un apparente incremento grazie alle funzioni offerte dagli applicativi di fotoritocco. Ma dopo pochissimo tempo, i mezzi a disposizione di tutti (ad esempio, banalmente, i filtri di Photoshop) utilizzati da tutti sono diventati banali, omogeneamente diffusi e quindi senza valore. Ora l'intervento "creativo" usando una filtrazzata di Photoshop e' sconsolantemente banale, non creativo.
Alla stessa stregua, anche la postproduzione di alto livello ha impastoiato una buona parte della creativita' fotografica, portando ad un'immagine di sapore omogenamente artificiale.
E, come contenitori di vernice di colori diversi che vengano messi in comunicazione fra loro, quello che si ottiene dal progressivo mescolamento delle vernici e' inizialmente variegato e striato, e poi, sempre di piu', a differenza delle caratteristiche di partenza, diviene grigio, indistinto e - soprattutto - irreversibile.
Non si separa piu' la vernice bianca dalla nera, una volta mescolate fra loro.

Risposta al trend: L'unico elemento che non viene intaccato dalla condivisione dei contenuti e che anzi viene favorito dalla condivisione della conoscenza e' la progettualita' e l'invenzione di nuove idee.

Il nostro lavoro in ambito fotografico, quindi, restera' nei prossimi anni un lavoro remunerativo, interessante umanamente e gratificante professionalmente solo nella misura in cui ci trasformeremo da "persone che sanno fare fotografie" a "persone che sanno avere delle idee e tradurle in immagini", dato che le immagini perderanno sempre piu' rapidamente di valore, e le idee invece resteranno sempre appannaggio solo di chi le sa avere.

NON fotografie di paesaggio, ma progetti di comunicazione sul territorio tradotti in immagini; NON fotografie di oggetti, ma invenzione di oggetti fotografici, cioe' che usano l'immagine per essere oggetto decorativo; NON fotografie di ritratto e matrimonio, ma creazione di eventi appositi per coinvolgere i giovani, gli sposi, le persone in attivita' che possano essere documentate fotogarficamente; NON fotografie di catalogo, ma invenzioni di operazioni multimediali e guerrilla marketing usando anche l'immagine fotografica. NON fotografie di curiosita' dei costumi, ma racconti giornalistici finalizzati a descrivere tendenze del momento; NON ricerca creativa fine a se stessa, ma scandaglio delle pulsioni e dell'esperienze emotive dei nostri simili, per offrire loro letture visive di queste percezioni.


Che fare? Reagire, recuperare entusiasmo, e trasmetterlo a se stessi ed alla clientela

Nel piccolo del nostro comparto professionale, non possiamo certo immaginare di influire sulle macrotendenze economiche mondiali. Tuttavia, proprio perche' ciascuno di noi lavora in un “microcosmo” – fatto di colleghi, clienti, rapporti interpersonali, contatti con i fornitori, ed altre interrelazioni quotidiane, quello che e' possibile ed indispensabile fare e' lavorare – all'interno del proprio “giro” - recuperando quell'ottimismo, quell'energia e quella vivacita' (anche creativa) che – sole – possono in parte contrastare il clima di sfiducia, di rassegnazione e di cupo attendismo che blocca molti lavori, e smorza le nuove idee, i progetti e le creazioni.

Lasciare che il generale clima cupo ed intristito invada il nostro vissuto personale e' – per un fotografo – cosa molto, molto piu' negativa di quanto non lo possa essere per un qualsiasi lavoratore dipendente, o anche per un autonomo di altre specializzazioni.
Nel nostro caso la vivacita', la propositivita', la voglia di fare ed anche di ridere possono realmente rappresentare la differenza che ci fa preferire fra gli altri: di fatto, all'interno del piccolo universo personale di clienti, l'atteggiamento vivace e positivo puo' davvero essere DETERMINANTE nel far conservare (o conquistare) un cliente importante, mentre la preoccupazione ed il nervosismo – senza cambiare nulla della situazione generale – possono inaridire i rapporti umani e professionali con il cliente, con effetti deleteri molto amplificati.